Il nuovo/vecchio tempio di Gerusalemme cerca soci abbienti

…la sostituzione di paparatzy con papafrancy effettuata tempestivamente dai vertici vaticani allorché si stavano rendendo conto, malgrado la cecità congenita, che le loro quote di mercato stavano precipitando nel borsino delle religioni, non ha “salvato” la chiesa cattolica dalla decadenza e dall'estraniazione popolare. La struttura ecclesiastica è sempre più un apparato finanziario/politico, che di religioso ha ben poco (se mai ne ebbe).
Ora, l'ultima chance, ci proveranno con l'accorpamento (impropriamente definito sincretico) delle tre fedi monoteiste, che -in fondo- sempre da una sola traggono origine: il giudaismo. E segretamente rabbini, mullah e cardinali lavorano per fondare la “nuova religione universale”, con la ricostruzione del tempio all'”unico dio” di Gerusalemme.
Unico dio patriarcale e vendicativo ed assetato di potere. In fondo la costruzione del nuovo/vecchio tempio di Gerusalemme trova una ubicazione storica consona. E le diramazioni secondarie saranno Mecca e Roma (fratelli minori).
Papafrancy è d'accordo, l'importante per lui è conservare una certa autorità. In fondo la chiesa si occupa solo di “affari”, continuando a mantenere la facciata di un’istituzione (sedicente) religiosa ma che si è spogliata di ogni spiritualità.
Intanto i media del sistema (in appoggio di convenienza) si sbracciano a dire cose su cose. Sulla buona volontà del pontefice, sulla bontà del vero islamismo, sulla verità del dio di Abramo, sul pericolo ateista e delle religioni atee (buddismo, nondualismo, paganesimo, etc)…
Il vaticano come pure il vertice mondiale sionista e la cricca sunnita sono come i membri di una società per azioni i cui soci combattono per mantenere una buona percentuale nella spartizione e gestione della ricchezza.
Ben inteso si tratta sempre di una ricchezza “virtuale” in quanto ormai il senso stesso di ricchezza è cambiato. Forse sarebbe meglio usare il termine “capacità di controllo delle masse” attraverso l’economia, la finanza e il “credo”.
E il vaticano è decisamente in calo, ha dovuto recedere di fronte ai diritti accampati dai “fratelli maggiori”, di fronte ai potentati economici dei Rothschild, dei Rockefeller, dei Goldman Sachs, dei Mordecai vari e degli emiri del petrolio e della kaaba…
Il gioco delle “tre carte” procede. Ormai le diatribe, spacciate per risvolti dottrinali, o pensieri di pace, son solo strategie politiche ed i più grandi miscredenti, coloro che professano intimamente l’apostasia, sono quasi tutti lì, con i loro berretti e kippah e turbanti bianchi, rossi e viola in testa, che spiano le reciproche mosse in questa partita a scacchi per la conquista di una bella fetta di tempio a Gerusalemme.
Paolo D’Arpini

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