A proposito del mancato accredito del nuovo ambasciatore presso la Santa Sede, Laurent Stefanini, il portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Romain Nadal, ha detto: «Aspettiamo la risposta della Santa Sede. Laurent Stefanini presenta tutte le qualità necessarie per questo incarico cui la Francia attribuisce tutta l'importanza che merita… Stefanini è un modello di professionalità e qualità umane. Chiedo inoltre il rispetto della sua vita privata». Ma il Vaticano in palese imbarazzo non risponde. Converrà andare con i ricordi ad una notizia del mese di dicembre 2008? «La Francia ha presentato all’Onu una proposta per la depenalizzazione globale dell’omosessualità. L’osservatore vaticano presso l’Onu, monsignor Celestino Migliore, si dice però contrario, perché “gli stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». La risibilità del pretesto, la sua assurdità, fa comprendere chiaramente come l’omosessualità continui a costituire un problema per il Vaticano. E adesso quale potrebbe essere il pretesto per non accreditare l’ambasciatore omosessuale presso la Santa Sede? Beh, Papa Francesco ebbe a dire: “Se una persona è gay, e ha cercato il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicare?”. Vuol dire che Laurent Stefanini non ha cercato il Signore con buona volontà”. Semplice, no?
Francesca Ribeiro