Sbatti il morticino ammazzato in prima pagina

Qualche giorno fa su L'Huffington Post è apparso un accorato articolo di Lucia Annunziata, riguardo allo sconcertante incomprensibile silenzio della Sinistra sulle “stragi di cristiani che bagnano di sangue tante terre del mondo”, e tra il molto altro d’importante e interessante, scrive: “Non se ne parla nei talk show, non parliamo dei talent o di Amici. La Tv è altrove, lo sappiamo, soprattutto noi che ci lavoriamo”. Gentile Annunziata di morti ammazzati in Tv se ne parla continuamente, non si tratta di cristiani uccisi per il fatto d’essere cristiani, ma importante per certi conduttori televisivo è che si tratti di morti ammazzati, e che la loro triste storia almeno un po’ si “sia tinta di giallo”. Sì, perché se non si tinge di giallo, non fa ascolti, non diventa spettacolo. E per questo, Bruno Vespa, tanto per fare un esempio, non parla dei cristiani uccisi perché cristiani, non ne parla perché la loro storia triste non è tinta di giallo. L’altra sera, in attesa di “Linea Notte” (Rai 3) mi sono trattenuto dieci minuti (oltre non ce la faccio) su “Porta a Porta”. Nel salotto vespino si rideva molto. Si rideva sui messaggi d’amore che un prete aveva inviato ad una donna della quale si credeva (erroneamente) fossero state rinvenute le ossa. Entusiasmante. Poi Bruno Vespa col suo bel pacifico faccione sempre sorridente, è passato per l’ennesima volta ad un povero bambino morto ammazzato, mostrando la foto, ovviamente. Sì, perché la privacy per i bimbetti uccisi non esiste. E allora te lo presentano mille volte, il faccino del bimbetto strangolato. Mille volte, alla faccia del rispetto dovuto ai morti.

Miriam Della Croce

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