Vomero:inarrestabile la notte nera del commercio

Si chiude con il countdown, mentre degrado e delinquenza aumentano

Indignazione e rabbia per il grave episodio in via Stasi

“ E’ una costante: non c’è giorno che nel quartiere collinare del capoluogo partenopeo, il Vomero, quartiere commerciale per antonomasia, non si annunci la chiusura di negozio – afferma amareggiato Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. La crisi economica e la contemporanea lievitazione dei costi di gestione, hanno messo in ginocchio il terziario commerciale che, un tempo, rappresentava la principale attività produttiva del quartiere collinare con circa duemila esercizi commerciali, alcuni dei quali della grande distribuzione, presenti sul territorio “.

L’ultimo trovata per avvertire la clientela, almeno quella rimasta, della prossima chiusura l’ha messa in atto, in questi giorni, il negozio di abbigliamento Brooks in via Kerbaker, una strada dove gli esercizi commerciali che hanno chiuso non si contano più, a partire dalla ex libreria Loffredo – puntualizza Capodanno -. Si tratta di una sorta di countdown, un conto alla rovescia dei giorni che mancano alla chiusura definitiva, che avverrà a fine aprile. L’ultimo cartellino segnava -22 ed ogni giorno il cartellino successivo segnerà un’unità in meno, fino al fatidico 0 del fine mese con la scomparsa di un altro esercizio commerciale “.

“ Eppure stiamo parlando di un negozio molto conosciuto, e non solo nell’ambito del quartiere collinare, condotto da una nota famiglia d’imprenditori napoletani del settore tessile, la cui attività a posto fisso ha avuto inizio nel centro storico di Napoli quasi un secolo addietro – continua Capodanno -. Al Vomero il negozio Brooks nasce agli inizi degli anni ’80 nella centralissima via Scarlatti dove rimane fino al settembre 2013. Dall’ottobre successivo la ditta si trasferisce in via Kerbaker, in locali di minori dimensioni, presumibilmente per contenere i costi di gestione, lievitati enormemente negli ultimi tempi ”.

“ Da ultimo questo annuncio della scomparsa definitiva che addolora molti vomeresi che individuano nella chiusura di tanti esercizi storici del Vomero uno dei motivi fondamentali del grave degrado nel quale è caduto il quartiere un tempo considerato tra i cosiddetti “quartiere bene” del capoluogo partenopeo – prosegue Capodanno -. Degrado che, come testimoniano le gravi notizie quotidiane della cronaca nera cammina di pari passo con la lievitazione dei fenomeni delinquenziali, non solo della criminalità organizzata, ma anche della microcriminalità che agisce indisturbata ad ogni ora del giorno, sparando all’impazzata per strada o aggredendo inermi passanti, per lo più persone anziane e ragazzi in età scolare “.

“A ciò si aggiunge il segnale preoccupante che viene da tante persone che per strada, ma anche nelle proprie case, non si sentono più sicure come prima, anche perché la chiusura dei negozi ha desertificato buona parte del quartiere un tempo affollato ad ogni ora del giorno – argomenta Capodanno -. Vasta eco ed emozione ha destato in tutta l’area collinare la triste vicenda dell’anziana donna, scippata in via Stasi nei pressi di casa e morta in ospedale pochi giorni fa dopo due settimane di agonia, per le conseguenze del raid che l’aveva vista inerme vittima di una delinquenza spietata e sanguinaria. La rabbia e l’indignazione per tali gravi eventi luttuosi cresce ogni giorno di più,. Di pari passo cresce la richiesta allo Stato e alle istituzioni territoriali che lo rappresentano d’interventi immediati e non più procrastinabili per debellare definitivamente questi fenomeni criminali che mettono a grave rischio la sicurezza e l’ordine pubblico “.

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