“La componente Giornalisti Italiani Uniti ha fatto assolutamente sul serio ed anzi i consiglieri Fabrizio de Jorio, Marcel Vulpis, Francesco Latini, insieme ai tre colleghi consiglieri Fnsi Pierangelo Maurizio, Paolo Corsini e Federica Frangi hanno inutilmente cercato di far ragionare tutti lavorando dialetticamente su due elementi basici presenti in qualsiasi organismo politico-sindacale: il buon senso e l’assunzione di responsabilità. Ecco perché non accettiamo che la segreteria della ASR, di in un comunicato ufficiale si permetta di diffondere all’esterno/interno messaggi fuorvianti e assolutamente fuori dal reticolo dell’onestà intellettuale: “Segreteria ASR: Scherzano con il fuoco o fanno sul serio?”. La verità è un’altra: ieri come “Giornalisti Italiani Uniti”, componente all’opposizione di questo organismo sindacale, abbiamo assistito ad un triste ed inutile “teatrino” da parte della maggioranza (Informazione@Futuro) e dell'altra componente di minioranza (#GiornaLista), la prima in diffioltà per una dicotomia statutaria sulla parità di genere cioè sulla rappresnetanza all’interno delle liste elettorali, votata in kodo errato dalla medesima maggioranza al Congresso, l’altra per aver chiesto insieme alla maggioranza di ri-convocare un congresso statutario per emenare l’ìerrore, salvo poi votare contro la loro stessa proposta, bocciando quindi la convocazione di un nuovo congresso in disaccordo con la maggioraza del segretario Lazzaro Pappagallo! Un caso di schiozzofrenia sindacale…
Se non si è “cavati un ragno del buco”, come si legge nella nota ufficiale ASR, la componente di maggioranza si ponga la domanda e si dia anche la risposta. Per parlare in termini sportivi, la nuova dirigenza, nonostante il risultato elettorale (oltre il 70 per cento dei consensi), è già ferma ai box. Certamente non un bell'inizio per il nuovo segretario, post “era Butturini”. E francamente ce ne dispiace… ma non poossiamo certo avere responsabilità in merito, visto che tutti i consiglieri Giu/Asr e Fnsi si erano espressi chiaramente contro una nuova convocazione statutaria del congresso, che avrebbe comportato un notevole costo economico per le casse dell’Associazione, (soldi più utili da erogare a favore di colleghi e colleghe in difficoltà), sia perchè la questione sollevata era frutto di un errore della maggioranza e quindi la medesima maggioranza avrebbe dovuto trovare una soluzione condivisa per dirimere la questione dei posti in lista garantiti da statuto! Altro che parità di genere!!!
Chi ci perde concretamente in tutto questo teatrino? Voi cari colleghi e colleghe. Avete votato per avere un organismo sindacale operativo, attivo e pronto ad intervenire, in tempo reale, rispetto alle vostre esigenze sindacali. Nella realtà non è così. Oggi questo non è possibile, perché siamo ancora fermi su una modifica statutaria (nata da un errore dell’ufficio di presidenza dell’ultimo congresso ASR, dove la componente di maggioranza ha sempre deciso ogni modifica o implementazione di questo statuto, incluso questo errore tecnico), che doveva essere risolta in occasione dell’ultimo congresso di ASR. Quello era il luogo per risolvere la questione, collegata, tra l’altro, alla composizione degli organismi post elezione.
Tradotto in italiano “storie di poltrone”. A noi queste storie non interessano. Al direttivo di venerdì 27 marzo abbiamo fatto notare alle altre due componenti (la prima al governo di ASR, la seconda all’opposizione), che si poteva comunque risolvere la questione “politicamente” (perché da parte nostra nessuno tra 4 anni andrebbe ad impugnare lo statuto).
Ma come già detto la componente di minoranza, alla fine, ha votato per ostruzionismo contro la convocazione di un nuovo congresso che loro stessi avevano chiesto! Giu fin dall’inizio era su questa posizione, ma non per motivi politici, quanto per evitare che l’organizzazione del congresso in esame potesse pesare sui bilanci della struttura di cui facciamo parte.
Noi abbiamo a cuore il futuro del sindacato. Un sindacato che non può perdere tempo su vizi statutari, ma si deve impegnare per risolvere i problemi dei colleghi, che perdono, giorno dopo giorno, il posto di lavoro e non sanno più come pagare il mutuo o mantenere le famiglie. Un sindacato deve occuparsi da subito della questione Inpgi, relativa non solo al caro-affitti e al patrimonio immobiliare trasferito nella mani di società che lo gestirà in nome e per conto dell’Istituto, ma anche e soprattutto dopo l’inchesta della procura di Milano che vede l’Istituto nelle vesti di parte lesa, per una presunta truffa da 7,6 milioni di euro a carico dell’Inpgi2!!
Di questo di deve occupare un sindacato e per questo veberdì abbiamo rinunciato a parlarne, chiedendo di stralciare la questione Inpgi, inserita al secondo punto dell’ordine del giorno del direttivo, per poter dedicare all’argomento, prima del 14 aprile (data dell’udienza al tribunale di Milano per l’inchiesta Sopaf/Inpgi) un intero direttivo! Anche per parlare delle doverose dimissioni del presidente Andrea Camporese, indagato per truffa ai danni dell’Istituto che presiede!!!
Se non riusciamo a comprebndere le priorità, il sindacato, cari colleghi, è finito e voi tutti siete come quei gentiluomini che danzavano nella sala da ballo del Titanic durante l’impatto con l’iceberg.
Torniamo a fare sindacato “vero” e lasciamo ai tecnici queste modifiche statutarie.
Per concludere, noi facciamo sempre sul serio. Gli scherzi e le “baruffe chiozzotte” le lasciamo, con piacere, alle altre due componenti.
Giornalisti Italiani Uniti
Ecco il comunicato della segreteria Asr
SEGRETERIA ASR: SCHERZANO CON IL FUOCO O FANNO SUL SERIO?
“Tre ore abbondanti di discussione per non cavare un ragno dal buco. Potevamo chiudere la partita del Congresso regionale dell'Associazione Stampa Romana e decidere nel merito come risolvere l'antinomia tra due norme sulla parità di genere o potevamo riaprire il congresso per modificare lo Statuto sul punto.
Alla fine non si è fatto né l'uno, né l'altro. Resta l'antinomia sulle quote con conseguenze sugli strumenti elettorali e le rappresentanze che, se non risolta, porterebbe tra quattro anni al mancato svolgimento delle elezioni.
La maggioranza di Stampa Romana si è appellata al senso di responsabilità delle minoranze – è necessaria, tra le altre cose, la maggioranza dei due terzi in direttivo per riaprire il Congresso – per chiudere la partita. Ha avuto in cambio balletti e capovolgimenti di fronte solo per scopi tattici, lontani anni luce da una corretta dialettica democratica e dai problemi dei colleghi.
Continueremo a esercitare il senso di responsabilità ponendo all'ordine del giorno dei seguenti Direttivi la questione statutaria, finché non si troverà una soluzione inattaccabile giuridicamente.
Non può passare l'idea che chi ha preso il 18% dei consensi tenga in scacco l'attività sindacale e ponga un'ipoteca sulla democrazia sindacale. Non lo consentiremo, non lo consentiranno i colleghi”. Lo dichiarano in una nota i componenti della Segreteria dell’Associazione Stampa Romana
Roma, 27 marzo 2015