Qualche tempo fa una componente del PSI di Civitavecchia ha tenuto una riunione pubblica, alla presenza della stampa cittadina, con, all'ordine del giorno, l'uscita dal partito. Dopo tante pantomime, nella stessa sede questi signori hanno deciso di aspettare 30 giorni per avere “risposte” dal partito.
I 30 giorni sono passati, abbondantemente.
La componente, facente capo ad Alvaro Balloni, tace. Mi rendo conto che, con il tempo inclemente, assai piovoso e freddo degli ultimi giorni, uscire, magari anche senza ombrello, avrebbe portato a conseguenze disastrose, vista anche l'età avanzata di molti dei peroranti l'uscita. Ma oggi c'è un bellissimo sole, la primavera avanza e non bisogna aver timore di buscarsi un'influenza.
Io credo che quando un segretario di sezione, che rappresenta il partito sul territorio, convoca un'assemblea per uscire dal partito che egli stesso rappresenta, c'è poco da discutere. Si pone, automaticamente, fuori dal corpo politico del PSI.
Che si subordini l'uscita a “risposte” lascia interdetti. Stare in un partito non è come entrare in un negozio, dove se non si viene serviti si va via.
La militanza è tale perché si abbraccia una visione del mondo ed un sistema di valori. Non perché si deve avere qualcosa in cambio.
Il tempo volge al bello e non c'è bisogno né di ombrelli né di impermeabili. Inoltre, la giovinezza non è solo un fattore anagrafico: si può essere giovani dentro. Io credo che Alvaro Balloni abbia una interiorità da giovanotto e sia sempre pronto per nuove sfide: il mondo gli appartiene, un mondo pieno di nuove e strabilianti opportunità. Fuori dal PSI, però.
Mario Michele Pascale
Consiglio nazionale del PSI