Il 20 febbraio del 2013 un articolo su Famiglia Cristiana riferisce: “La settimana scorsa, il dottor Bonini ha pubblicato un vibrante appello alla comunità scientifica, pediatri e neuropsichiatri infantili, perché superasse il muro del silenzio e prendesse una posizione circa il benessere dei bambini cresciuti nell’ambito di famiglie omosessuali”. Non sembra però che la comunità scientifica se lo sia filato per niente, il vibrante appello. Il dottor Bonini è un genio incompreso. Per rendersene conto basta leggere un suo articolo del 13 febbraio su La Croce, e successivamente ripubblicato in forma di lettera sul blog “Come Gesù” col titolo: “Al centro di tutto c’è un bambino: critica alla omogenitorialità”. Ma la genialità del dottore si evince da questa sua dichiarazione sempre sul blog “Come Gesù”: “Se l’intento è quello di far accettare le persone con orientamento non eterosessuale, basterebbe lavorare sul rispetto e sull’amore che si deve a qualsiasi persona indipendentemente dal suo orientamento sessuale, dalla sua razza, della sua condizione sociale e dalla sua religione. Invece si mira, come tante associazioni, tutte rigorosamente LGBT, e tutte accreditate dall’UNAR, a “decostruire per poi ricostruire” l’essere uomini o donne. Ripeto partendo proprio dagli asili”. Semplice, no? Per evitare che gli omosessuali siano discriminati e maltrattati basta lavorare sul rispetto e sull’amore che si deve a qualsiasi persona. E chi ci aveva mai pensato? I nostri educatori sino a ieri non hanno insegnato il rispetto per qualsiasi persona. La Chiesa non ha mai predicato l’amore per il prossimo. Il geniale suggerimento del dottor Bonini potrebbe anche risolvere il gravissimo problema dei maltrattamenti delle donne da parte degli uomini, della soggezione in cui sono tenute ancora oggi in tante parti del mondo: basta educare all’amore e al rispetto per le donne; all’amore e al rispetto per chi ha “un orientamento non eterosessuale. E invece, come l’esperienza dimostra, per avere amore e rispetto, ancora oggi molte donne devono comportarsi secondo il ruolo loro assegnato da una società maschilista. E gli omosessuali per essere rispettati non devono reclamare i loro diritti, oppure devono fingere di non essere omosessuali. Ingenuità del dottor Bonini? Malafede? Né l’una né l'altra. Si tratta d’ignoranza della complessità di un problema.
Carmelo Dini