Resistenza Iraniana rivela: Nuovi dettagli sul sito Lavizan3 e appello per una nuova e tempestiva ispezione

Terrore del regime iraniano: rivelazione del sito per l’arricchimento dell’uranio top secret

In seguito alla rivelazione della Resistenza Iraniana del sito Lavizan3, nascosto da anni dalla dittatura religiosa al potere in Iran, i capi del regime sono terrorizzati e temono le conseguenze della divulgazione del nuovo sito dell’arricchimento dell’uranio. Ora non c’è più alcun dubbio che la dittatura iraniana, non soltanto ha ignorato il NPT e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma ha calpestato continuamente l’accordo di Ginevra del novembre 2014 e il “piano dell’azione comune” firmato con i 5+1.

Quando il 22 febbraio l’ufficio del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) annunciava che avrebbe rilevato entro due giorni “i segretissimi progetti nucleari paralleli del regime iraniano”, il presidente dei mullà Rouhani ha precipitosamente dichiarato: “il fatto che dicono che abbiamo nascosto i fatti sul nucleare, è una grande menzogna”.

Dopo la conferenza del 24 febbraio però il regime dei mullà s’è trovato di fronte al fatto compiuto, anziché rispondere sul sito di Lavizan3 ed invitare gli ispettori dell’AIEA a visitare il sito e valutare ciò che lì accade, ha solo elencato ingiurie, menzogne ed inutili sofismi.

Il rappresentante del regime dei mullà a New York ha dichiarato: “spiace che il Washington Post ripeta le fandonie dei Mojahedin, mentre la falsità delle loro rivelazioni era assodata. Secondo l’AIEA le collaborazioni tra la Repubblica islamica e l’Agenzia dell’ONU procedono bene e l’Iran assolve i suoi impegni nei riguardi del NPT”. (Agenzia Fars, del Corpo dei pasdaran, 25 febbraio). L’Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) qualche giorno prima aveva espresso, in una relazione, le sue preoccupazioni per la mancata collaborazione del regime iraniano.

Il pasdar Mansuor Haghighat-puor, vice presidente della Commissione della Sicurezza nazionale e della politica estera, il 25 febbraio ha dichiarato: “è molto brutto che i Mojahedin siano il referente per l’America per le informazioni top secret. Loro devono essere più saggi e non cadere nel pozzo con la corda di alcuni elementi bruciati e venduti”.

Nello stesso giorno il bollettino interno del Corpo dei pasdaran riportava: “E’ sionista la fonte dell’iniziativa dei Mojahedin e le autorità americane non badino alle preoccupazioni dei sionisti, questi fornendo falsi documenti ai Mojahedin li hanno spinti in questa direzione”.

Non contento di questo il regime dei mullà ha esortato i suoi mercenari a dire che la porta anti radiazione mostrata nella conferenza del 24 era presa dal sito web di una compagnia, la GMP, che produce le porte ignifughe. L’agenzia governativa Irna, il 26 febbraio ha scritto: “nella foto si riportava che la porta anti esplosione della cassaforte fosse del sito … la foto è di una compagnia, la GMP, che produce le porte ignifughe che si vedono sul suo sito”. Questa notizia è stata spacciata con lo stesso cliché da altre agenzie di regime, e ripresa da lobbisti e mercenari dei mullà in America e invece di affrontare il valore delle rivelazione hanno tentato di creare confusione.

Le ricerche, durate molti anni, dei Mojahedin del popolo, della Commissione di Sicurezza e antiterrorismo e della Commissione delle ricerche, della difesa e strategica del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana sono talmente complete e dettagliate che il regime dei mullà con queste ridicole argomentazioni non trova scampo. L’ufficio del CNRI nei riguardi della compagnia GMP precisa:

La compagna GMP che il regime tenta di spacciare come produttore privato delle porte ignifughe in realtà è ente pubblico che con la copertura privata produce le porte blindate, anti esplosione e antiradiazione per gli organi militari e per il ministero della Difesa e delle Informazioni e per l’Organizzazione dell’energia nucleare e per compagnie del petrolio e del gas;

La GMP produce porte per gli arsenali degli organi del regime, come i ministeri delle Informazioni. Queste porte servono in parte i pedoni in parte i mezzi;

La GMP, ad esempio, l’anno scorso ha prodotto le porte anti esplosione perla compagnia “Pars garma” del ministero della Difesa a Gachsaran. La compagnia “Pars garma”, come aveva già rivelato la Resistenza Iraniana, costruisce le gallerie per l’ente spaziale del Corpo dei pasdaran (che produce i missili) e per gli impianti nucleari del regime;

Nel 2004 la compagna Kala electric ha ordinato quattro porte alla GMP. Il referente della Kala electric nella GMP era Shahbazian, amico del direttore della GMP. Ogni porta aveva un costo di circa 30.000 dollari e un tempo di costruzione di tre mesi. Le porte avevano dimensione 3x3m e uno spessore di 40 cm e un peso di 8 tonnellate;

La strutture delle porte è costituta da due lastre d’acciaio in mezzo alle quali ci sono materiali isolanti, tra cui il piombo, che impediscono l’attraversamento di raggi. Queste porte vengono costruite in seguito ad ordinazioni, che rimangono segrete. L’esame della qualità delle porte viene fatto insieme all’acquirente e alcuni pezzi vengono importati dall’estero;

La Resistenza Iraniana ha a disposizione tre documenti di ordinazioni tra GMP e il ministero della Difesa. Uno di questi riguarda le relazioni e i calcoli di queste porte. Per depistare, una parte di queste informazioni si trova sul sito della compagnia;

La GMP nel catalogo delle porte speciali in dotazione a quelle di Lavizan3 è scritto che queste porte sono per “centrali degli impianti nucleari e atomici” e si adoperano “nei funzionamenti militari e nel sistema nucleare e laser”. Sul sito non appare però l’uso “nei funzionamenti militari e nel sistema nucleare e laser”;

Nel catalogo è scritto che “questa merce probabilmente servirà nel programma nucleare, e che è sotto sanzione e la sua importazione dall’estero praticamente è impossibile, perché verrebbe a costare 4 volte il prezzo normale”. È chiaro che la GMP è del tutto consapevole dell’uso di queste porte speciali;

Il 27 febbraio US Today scriveva che il sito della GMP ha messo la foto di Lavizan3 con la data del 12 febbraio 2015, mentre molte foto di queste porte da tempo erano a disposizione della Resistenza Iraniana. La foto mostrata nella conferenza del 24 febbraio riguarda la suddetta porta e un parte importante del cantiere in cui viene costruita, ed è del tutto differente dalla foto del sito del GMP e non può essere presa dal sito. Perciò le vane parole delle autorità del regime dei mullà servono ad uso interno e alle loro controparti “speciali”.

La Rappresentanza del CNRI negli USA ribadisce ancora una volta che questi tentativi ridicoli del regime dei mullà di cancellare le sue responsabilità non vanno da nessuna parte. Servono solo per fuggire le conseguenze del colossale inganno, che è stato rivelato dalla Resistenza Iraniana. Tuttora sono a disposizione dei Mojahedin del popolo e della Resistenza Iraniana materiali che non lasciano alcun dubbio sull’intenzione del regime e non lasciano alcuno spazio al mascheramento.

La Rappresentanza del CNRI negli USA chiede all’AIEA e ai paesi 5+1, in particolare agli Stati Uniti, di inviare gli ispettori prima che il regime dei mullà cancelli le tracce a Lavizan3. Altrimenti continuare ancora la negoziazione vuole dire volere essere ingannati e significherà permettere in sostanza al padrino e al banchiere del terrorismo di ottenere le armi nucleari.

La Rappresentanza del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana negli USA

27 febbraio 2015

Mahmoud Hakamian
@HakamianMahmoud

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