“Qui la moglie e là il marito. Ognuno va dove gli par. Ognuno corre a qualche invito, chi a giocar chi a ballar.” Cosi scriveva Carlo Goldoni del Carnevale di Venezia e del gaudio e della spensieratezza dei veneziani nel periodo che precedeva la Quaresima.
E’ nel 1700 che a Venezia esplode il carnevale, il divertimento e il piacere, la burla e l’irresponsabilità. E’ il periodo di Giacomo Casanova, della sua galanteria e del suo mondo festante ed è anche il periodo di Gian Battista Tiepolo ma soprattutto è il periodo della commedia di Carlo Goldoni per l’appunto uno dei più grandi scrittori italiani e autori teatrali. Il carnevale era come un’ubriacatura che coinvolgeva ricchi e poveri e in quel periodo vigeva il motto latino “Semel in anno licet insanire” ossia “Una volta all’anno è lecito impazzire”. In quella occasione i ceti meno abbienti potevano burlarsi dei potenti indossando una maschera sul volto e questo costituiva una valvola di sfogo per tenere sotto controllo e canalizzare le tensioni e i conflitti sociali come ai tempi dei romani era stato con il “Panem et Circenses”.
Il carnevale veneziano di cui si ha testimonianza in un documento del Doge Vitale Falier è antichissimo ed ha subito un’evoluzione nel corso del tempo come per esempio nel XIX secolo quando incarnò lo spirito romantico narrato da Lord Byron e da Ugo Foscolo. Sempre nel corso dei secoli, prima con la caduta della Repubblica di Venezia e poi in tempi non molto lontani la famosissima tradizione che ha contribuito a rendere la città lagunare famosa nel mondo ha subito vari stop e abbandoni. Nel 1979 è l’anno della sua rinascita grazie all’iniziativa e agli sforzi congiunti del Comune di Venezia, della Biennale e del Teatro La Fenice che sono riusciti a rilanciare la manifestazione folcloristica.
Il carnevale più affascinante del mondo che si sviluppa lungo calli e campielli di quella che fu un tempo la Serenissima, ha preso avvio, nell’edizione del 2015, il 7 febbraio e si concluderà il 17. Dieci giorni di iniziative che partiranno dall’Arsenale per spostarsi poi nel Gran Teatro di Piazza San Marco, il cuore della manifestazione dove si terranno gli spettacoli in programma come il Volo dell’angelo, la Festa delle Marie, la sfilata delle maschere e poi molte rappresentazioni teatrali e degustazioni di prelibatezze della cucina veneziana.
L’odore delle frittelle o fritole, il dolce più famoso del carnevale veneziano, i coriandoli e le stelle filanti accoglieranno i molti turisti che anche quest’anno parteciperanno alla grande manifestazione. E naturalmente ad aspettarli vi saranno anche le maschere che venivano utilizzate nelle rappresentazioni teatrali e nelle commedie del Goldoni. Tra le più conosciute, la Bàuta, composta da una maschera bianca per il volto, da un ampio mantello a ruota nero e da un tipico cappello nero a tre punte (tricorno), oppure la Moretta, di velluto scuro, preferita dalle donne, e la maschera di Arlecchino, Servitore di due padroni, di Pantalone e di Colombina. E in quei dieci giorni a Venezia si rivivrà l’antico spirito del carnevale che risale alle tradizioni dei Saturnalia latini e dei culti dionisiaci che salutavano il passaggio dall’inverno alla primavera.