De Pierro sugli 11 nuovi arresti per corruzione al comune di Roma

Il presidente dell'Italia dei Diritti:È un fenomeno che denunciamo da sempre e che consideriamo alquanto diffuso. Perciò accogliamo con grande favore l’ennesimo risultato raggiunto”

Roma, 3 febbraio 2015 – Dopo la prima tranche dell'operazione soprannominata “Vitruvio” avviata l'8 gennaio scorso, una nuova ondata di arresti è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Roma, ed eseguita dalla Guardia di Finanza, nei confronti di tecnici preposti al rilascio delle concessioni edilizie in servizio presso il IX Dipartimento di Roma Capitale. L'indagine, ancora in continua evoluzione, svela un capillare sistema di malaffare nel settore delle costruzioni residenziali di Roma, mettendo ulteriormente in evidenza come la corruzione, finanche preventiva, nella pubblica amministrazione abbia assunto forme preoccupanti.

In merito all'ultima operazione della magistratura e delle forze dell’ordine nel campo della corruzione capitolina il Presidente dell'Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, si è detto entusiata. “È un fenomeno che denunciamo da sempre – ha esordito – e che consideriamo alquanto diffuso. Perciò accogliamo con grande favore l’ennesimo risultato raggiunto. La nostra battaglia, che ormai va avanti da molti anni, ha dato già i suoi frutti con la rotazione intermunicipale dei vigili urbani. Oltre a sostenere, da tempo, la necessità della rotazione, appena iniziata, nell’ambito del corpo della Polizia Locale di Roma Capitale, abbiamo sempre gridato ai quattro venti che lo stesso provvedimento sarebbe stato ancora più importante da attuare anche in altri comparti dell’amministrazione capitolina, indicando in primis proprio gli uffici tecnici e tutti gli altri uffici che operano nel campo dell’edilizia, in cui, purtroppo, siamo a conoscenza di gravi abusi e omissioni che incredibilmente non sono ancora emersi, nonostante le molte denunce presentate anche da noi. È importante smascherare le mele marce e assicurarle alla giustizia, anche per salvaguardare tutti quei dipendenti, che fortunatamente sono la maggior parte, che svolgono il loro lavoro con grande senso del dovere, di lealtà e onesta nei confronti dell’amministrazione di appartenenza”.

Antonello De Pierro ha tenuto, però, a precisare che “se l’impegno di magistratura e forze dell’ordine è incessante ed encomiabile, dalla politica finora non sono giunte le stesse risposte. Spesso sono stati lanciati proclami propagandistici, ma di fatto una colpevole inerzia è stata ciò a cui abbiamo assistito. Ora sembra che, sulla spinta delle clamorose inchieste avviate in particolar modo dopo l’arrivo a Roma del Procuratore Capo Giuseppe Pignatone, il mondo della politica abbia capito che non può più rimanere a guardare, ma deve dare risposte all’opinione pubblica per cercare di mantenere un minimo di credibilità. Avremmo preferito che da molto prima le nostre denunce fossero state accolte, anche dalla politica, piuttosto che attendere la deflagrazione degli scandali. Da qualche segreteria politica è stato a volte incredibilmente risposto che la politica non si occupa di queste cose. Eppure oggi c’è qualcuno che sta dimostrando il contrario, come il sindaco Ignazio Marino che è stato costretto ad affidare un assessorato alla legalità a un magistrato, l’ottimo Rodolfo Sabella, che siamo sicuri riuscirà a ottenere importanti risultati. Auspichiamo al più presto che ciò avvenga anche in zona infernetto, nei pressi della sede nazionale dell'Italia dei Diritti, dove sono stati nascosti incredibili abusi da omissioni e falsi istituzionali a favore di persone in rapporti con un noto clan mafioso e litorale, le quali per impedire al sottoscritto di continuare a denunciare tali illeciti si sono spinte ad accompagnare in macchina il capo del clan a minacciarmi e aggredirmi, quello stesso capo che ha minacciato di morte la collega de La Repubblica Federica Angeli, che ora vive sotto scorta. È indispensabile che la verità su certe questioni finalmente emerga, a tal proposito invito sia il sindaco Marino che l’assessore Sabella a recarsi sul posto per portare alla luce una realtà fin troppo evidente che in tanti hanno finora coperto o almeno hanno fatto finta di non vedere”.

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