Cara amica, tu sei giovane, io sono vecchia e con i giovani ci vuole pazienza, ed io con te ancora un po’ avrò pazienza, come facevo una volta con gli alunni.
Mi fai ripetere le cose esattamente come facevo a scuola.
L’errore è tener conto solo dei gameti (materia) e non dell’amore (spirito) che dà origine ad una creatura. Devo spiegartelo ancora?
Se tu dovessi scrivere un saggio sulla “vita infelice” dei bambini nati con la fecondazione eterologa e scrivessi “direi di aprire gli occhi”; “é una cosa risaputa”, nessun editore serio te lo pubblicherebbe. Quando si affrontano temi delicati e importanti, è necessario portare statistiche, numeri, studi, analisi approfondite, citazioni. Capisci?
Tra l’altro, io non stavo parlando dei bambini adottati, ma dei bambini nati con l’eterologa (non hai detto che questo ti interessava?), e sono due cose diverse.
Quando ti dico che un seme non è un albero, il progetto di un palazzo non è un palazzo, un punto non è una linea, non voglio mettere sullo stesso piano uova, spermatozoi e semi di albero. E’ la distanza che metto sullo stesso piano. E’ solo per farti capire che la distanza enorme che c’è tra un seme e un albero, è la stessa distanza enorme che c’è tra l’embrione e un bambino. Embrione che la natura stessa (o Dio?) ha stabilito di eliminare in gran parte con gli aborti spontanei. Figurati quanta distanza c’è poi tra uno spermatozoo e un bambino!
E guarda che ti sbagli, non sempre un uovo fecondato diventa un bambino.
Ovviamente, amica cara, non tornerò sull’argomento, anche perché il tempo è prezioso e la pazienza non è infinita…
Però sei simpatica, buona, e mi ha fatto davvero piacere parlare con te.
Un abbraccio
Elisa Merlo