Charlie Hebdo. Affaritaliani fuori dal coro degli osannanti

Dopo il “pugno” del papa le vignette tornano ad essere un po’ “merde”

Ci voleva il “pugno” di Papa Francesco perché Tv e giornali si accorgessero che le vignette di Charlie Hebdo, oltre ad essere volgari e oscene, sono anche ingiuste. Ci volevano le parole del buon Papa Francesco: «È vero che non si può reagire violentemente… ma non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede». Fuori dal coro degli osannanti le ormai tristemente note vignette, è stato il quotidiano on line Affaritaliani, che non solo ha messo in discussione la giustezza di pubblicare le vignette di Charlie Hebdo, ma in diversi articoli ha anticipato le parole di Papa Francesco. Trascrivo dall’articolo del 12 gennaio, “La strage Strage Charlie Hebdo e le fesserie di una persona non stupida”: «Contrariamente a quanto pensano quasi tutti, oggi, io non me la sentirei sia pure in nome della libertà di pensiero, di opinione, e via di seguito, di mettermi con insistenza a sbeffeggiare il buon Dio o il buon Allah, che poi sempre di Dio si tratta… Ed ancor più non me la sentirei se fossi consapevole che schernendo pubblicamente Dio, qualche fanatico potrebbe fare strage d’innocenti. Ed ancor più non me la sentirei, se fossi consapevole che la strage potrebbe servire da pretesto agli appassionati della guerra, di scatenarne una, con conseguente sicura morte e sofferenza d’innocenti». E dall’articolo del 13 gennaio “Le blasfeme idiozie pornografiche di Charlie Hebdo e la libertà di pensiero”: «Vorrei sapere se non è un insulto alla nostra civiltà, pubblicare vignette con la Madonna a gambe aperte che partorisce Gesù Bambino, se non è un insulto pubblicare vignette con il Padre sodomizzato dal Figlio a sua volta sodomizzato da un triangolo che rappresenta lo Spirito Santo. La legge civile non può e non deve proibire la pubblicazione di blasfeme idiozie pornografiche, ma esiste una legge morale della quale forse persone responsabili dovrebbero tener conto. Ma lo scopo, poi, di queste idiozie? Il solo divertimento? Il denaro?». E infine dall’articolo “Come mai un giornale fino a ieri considerato “merde” oggi è diventato pregiatissimo nettare?”: «La libertà d'espressione è un valore irrinunciabile, ma non lo sono anche la convivenza civile alla quale dobbiamo educare i nostri figli, il rispetto per il prossimo? La “liberté” è un grande valore, ma non lo è anche la “fraternité”? Se tu non credi in Dio perché devi schernire volgarmente sguaiatamente il Dio in cui credo io? La legge ovviamente, sin troppo ovviamente, non può censurare la satira, ma non tutto ciò che è permesso dalla legge civile, è permesso dalla legge morale».

Adesso, dopo il saggio “pugno” papale, qualcuno comincia a ricredersi e le vignette di Charlie Hebdo tornano ad essere un po’ “merde”.

Attilio Doni

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