LETTERA A BABBO NATALE E A TUTTI I COOPERATORI D’ITALIA

L’intervento di Orietta Antonini

Presidente Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

Io, che non ho mai scritto una lettera a Babbo Natale, considero questa sintomo di una rinvenuta (im)maturità. Anche se, forse, è dovuta al bisogno di alleggerire l’inquietudine da cui mi sento avvolta, mio malgrado.

Caro Babbo Natale,

do ovviamente per scontata la richiesta di amore, serenità e benessere per tutti, come anche quella della pace nel mondo, se poi tu decidessi di intervenire per far scomparire le sofferenze e le malattie sarebbe ancora meglio (e sarebbe anche una manna per il bilancio del welfare).

Babbo Natale caro, quello che vorrei, non solo in questo momento ma sempre, è riuscire a mantenere alte le mie aspettative, anche se poi, alla fine, ci resto sempre male. Per questo vorrei tanto vivere in una società composta da donne e uomini più responsabili verso il benessere reciproco.

E’ per questo che vorrei essere in grado di dare maggiore concretezza all’aspirazione di vivere in una civiltà più equa. E vorrei tanto non dovermi stancare di ritenere che la cooperazione sia uno strumento, economico e sociale, per averla concretamente una civiltà più equa.

Vorrei, altresì, continuare ad avere fiducia nel fatto che il mio quotidiano lavoro di cooperatrice sociale, insieme a quello di tantissime socie e soci sparsi in tutta Italia, potesse essere sufficiente a mantenere il patto di fedeltà verso la convinzione fondativa di “perseguire l’interesse generale della comunità”.

Ma vorrei, ancor di più, che potesse incidere concretamente per portare ad un reale cambiamento culturale, per portare nuovamente le comunità, comprese le cooperative sociali e le istituzioni che le abitano, ad occuparsi davvero, ogni giorno, di “promozione umana e di integrazione sociale di cittadine e cittadini”. Chiunque essi siano.

Vorrei che tutti i “personaggi” coinvolti, a qualsiasi titolo, in Mafia Capitale e nelle tante (troppe) altre mafie, sparissero dietro ad una giusta e severissima condanna che tutti chiediamo, noi cooperatrici e cooperatori sociali per primi.

Vorrei non dover provare vergogna quando un cooperatore tradisce il senso stesso della cooperazione, non solo piegando le leggi per trarne un illecito profitto, ma violentando il bene comune, abiurando così l’impegno quotidiano della cooperazione, sociale e non, che da decenni ogni giorno si rimbocca le maniche per costruire una società più giusta e dalla parte degli ultimi.

Parimenti, vorrei un sistema etico capace di consolare il mio immotivato senso di colpa, un sistema che riuscisse ad escludere dalla cittadinanza cooperativa tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo e per qualsiasi vantaggio personale e non, non rispettano il patto fondativo. E ci sono, perché le Mafie Capitali sono diverse.

Caro Babbo Natale, io vorrei non dovermi giustificare più per le malefatte perpetrate da altri, vorrei non dover spiegare più, ai tanti che me lo continuano a chiedere, che noi cooperatori non siamo tutti corrotti. Anche noi, invece, siamo, come i beneficiari dei nostri servizi, tra le persone tradite, e quindi vittime. Perché impegnarsi ogni giorno per il benessere e l’inclusione delle persone è dedizione, sacrificio e professionalità.

Mafia Capitale ha rinnegato la fiducia di migliaia e migliaia di cooperatrici e cooperatori sparsi in tutta la penisola, un patrimonio di valori che questi squali e sfruttatori hanno depauperato. Vorrei che l’onestà e la lealtà non fossero una pretesa, ma qualità umane innate in noi cooperatori.

E vorrei non dover mai arrivare nemmeno a sfiorare quel limite che un giorno potrà farmi dire basta. Perché io la cooperazione sociale a tutti i costi non la capisco, non la concepisco e, soprattutto, non la so fare.

Vorrei che tutti noi – Cooperatrici e Cooperatori – riuscissimo insieme a trovare il modo e il tempo per pretendere, anzitutto da noi stessi e poi anche dagli altri, intese forti, chiare e trasparenti su cosa sia la Cooperazione, soprattutto la Cooperazione sociale, oltre che su come e a vantaggio di chi la stessa dovrebbe agire.

Caro Babbo Natale, è per tutti questo motivi che vorrei che tutti sapessero che la Cooperazione, quella vera, è invece sana, è utile, è il futuro.

Ora ripongo la lettera, la riaprirò dopo le feste.

Perché lo so che Babbo Natale, in fondo in fondo, sono anche io e lo siete tutti voi, socie e soci di Itaca e delle Cooperative sociali e non sociali di tutta Italia.

Per questo, e per tutti i “miei” vorrei, che spero possano essere anche i “vostri”, auguro a tutte e a tutti voi, in qualunque regione d’Italia viviate ed operiate, buone feste. E vi auguro anche di mantenere alti i vostri “vorrei”.

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Fabio Della Pietra

Ufficio Stampa

Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

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