E’ vero quanto afferma Deborah Dirani (l’Huffington Post del 10 dicembre) che ci troviamo in una società dove ci si scandalizza moltissimo quando ad uccidere il proprio figlio è una donna, e ci si scandalizza poco o niente quando ad uccidere i figli e magari anche la madre dei figli è un uomo. “Una società antropocentrica e maschilista”, scrive la Dirani, ed è verissimo. Ed è anche vero che la “società occidentale contemporanea ha fatto dell'istinto materno una sorta di replica di Immacolata Concezione”. Però scrive anche: “Le mamme non nascono buone e non nascono mamme… Le mamme non sono sante donne votate per natura a stare dietro ai loro figli: imparano a farlo… ”. E qui, a mio avviso, fa un po’ di confusione, giacché la distinzione da farsi non è tra buone mamme e cattive mamme, ma tra persone buone e persone cattive, tra persone amorevoli, miti, e persone inclini alla violenza, all’ira, all’odio. Una persona buona, che magari non arriva neppure a dare uno schiaffo al figlio – figuriamoci se ad ucciderlo! – può essere una cattiva madre o un cattivo padre, ma non è una madre cattiva o un padre cattivo.
Io non credo che una persona buona, che conosce l’amore e non l’odio, abituata, educata sin da piccola ad amare e a non odiare, possa strangolare il proprio bimbo o fracassargli la testa. Non lo credo.
Carmelo Dini