Napoli, continuano gli appuntamenti del ciclo d’incontri Apeiron, coordinati e ideati da Bruno Pezzella, con la collaborazione della V Municipalità Vomero-Arenella e con l’adesione di numerosi enti: giovedì 13 novembre 2014, alle 18, nella sala Fondazione De Martino (via Morghen- Funicolare Monte Santo) è stato presentato il libro di Pasquale Ferro, “Macedonia e Valentina, ’O curaggio d’ ’e femmene” (presentazione di Annamaria Ackermann, edizioni il mondo di suk), con gli interventi della scrittrice e giornalista Delia Morea e di Ernesto Paolozzi, Docente di Storia della Filosofia Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa, Reading degli attori Valeria Ariota e Vincenzo Iavarone, videoproiezioni musicali a cura dell’autore. Il tema della storia, che Delia Morea definisce “romanzo breve” o “racconto lungo”, tratta un argomento complesso: quello dell’amore “impossibile” tra due donne, reso più difficile dal fatto che si svolga tra una carcerata e una suora. Per meglio definire alcune sfumature dell’amore omosessuale, Pasquale Ferro ha portato all’attenzione del pubblico, tra cui il presidente della V municipalità Mario Coppeto (sempre disponibile per rendere possibili manifestazioni culturali), un video fatto di immagini dalle quali si intendeva far trasparire come il concetto di “amore” debba essere considerato al di sopra e al di là di qualsivoglia costrizione e definizione, compreso il sesso e l’età dei protagonisti. Lo stesso autore ha poi raccontato di sé definendosi “un uomo di strada”, ricordando di essere nato tra dodici figli e specificando con ironia che nessuno dei suoi fratelli è gay. Interessante il seguito della manifestazione, che ha visto lo svolgimento della II edizione del premio Coccinella, pseudonimo di Antonio De Filippo, che fu emblema della lotta per l’integrazione dei trans e degli omosessuali di Napoli il quale sostenne la causa patendo anche l’umiliazione del carcere. Non dimentichiamo che, fino all’abolizione della legge contro il travestimento, l’art. 85 della legge di Pubblica sicurezza 18 giugno 1931, n. 773 vedeva nel trasferimento della persona la possibilità di impedirne il riconoscimento, non soltanto se questi fosse mascherato, ma anche qual ora indossasse abiti non in conformità al suo sesso. Il premio questa volta è stato assegnato a Carmelo Cosma, classe ’36, meglio conosciuto come “la Tarantina”, personaggio originario di Avetrana, provincia di Taranto, che fu praticamente allontanato di casa a soli nove anni a causa dello scandalo provocato dall’amore provato per un adulto. La sua testimonianza di “femminiello”, è stata registrata in una autobiografia scritta a quattro mani con Gabriella Romano dal titolo “La Tarantina. La sua dolce vita. (ombre corte)”, una “autobiografia autorizzata” che parla di questo “ultimo femminiello”, laddove il termine con il tempo passerà in disuso, sostituito da quello di “transgender”. Quello che colpisce, ascoltando “la Tarantina raccontarsi, non è tanto ciò che lei sentisse di essere, quanto il ragionare di questo “bambino” di nove anni, nato in crisi con il suo sesso e la sua identità: allontanato dalla famiglia, il piccolo giunge a Napoli come “trans” per mezzo di “passaggi” e si ritrova in pieno carnevale, laddove tutti avevano il diritto di mascherarsi, alla fine della seconda guerra mondiale. Si nasconde, affamato e solo, per essere poi accolto in casa come domestico in cambio di vitto e alloggio, a Chiaia, dalla signora Rosa che affitta camere alle prostitute, e diviene quasi logico per lui vivere una vita da prostituta, vestendosi da donna, assumendo ormoni, ma senza mai desiderare di cambiare davvero sesso. Guadagnerà molto e molto regalerà senza porsi eccessivi problemi. La Tarantina si racconta:-“Appena mettevo il piede fuori la porta mi chiedevano i documenti. Nel 1968 presi la residenza a Napoli (aveva quindi 32 anni circa), ho avuto una bella vittoria verso me stessa, perché nel tempo mi emancipavo e mi sono data alla pazza gioia, sono andata a Roma”- A Roma, nella capitale della dolce vita, questo ragazzino cresciuto, trova “amici”:-“ Goffredo Parisi, una grande amicizia. (Entrai) nel giro di grandi personaggi: Fellini, Moravia, Pasolini, poi presi amicizia con Laura betti. Conobbi Novella Parigini, io posavo per lei nuda, però mi faceva col viso della gatta.”- E continua:-“Andavo alle Belle Arti di Roma per gli studenti, sempre nuda; ho fatto una vita favolosa. Questi personaggi che io ho conosciuto non sapevo chi erano; penso che loro mi frequentavano per studiarmi; io l’ho capito dopo, però … arrivava la polizia e mi dava la caccia… non c’era niente da fare”- Qualcosa poi costringe la Tarantina a lasciare Roma:-“Spogliandomi a Via Veneto, vicino a Villa Borghese, misero l’articolo sul giornale con la mia foto: non l’avessi mai fatto! La polizia mi dava la caccia e così mi dissi: “mo’ me n’aggia i’ a Napule”. In tal modo la Tarantina rientra nella città che l’ha accolta bambino e decide di aiutare le persone in difficoltà, ospitandole in casa, dando loro consigli (in primis quello di non prostituirsi), aiutandole anche materialmente. Per questo, nella serata di premiazione, sono in tanti i presenti a raccontare di lei e della sua gentilezza, nel momento in cui aveva anche la possibilità economica:-“ E’ stato un periodo per me fortunato che guadagnavo soldi a palate. Purtroppo ho conservato poco o nulla”- Ride nel dirlo e ridono anche i presenti in sala. Gli appuntamenti di Apeiron, ( termine con il quale Anassimandro, filosofo presocratico, definisce l’”indefinito come principio di tutte le cose”) prevedono, oltre a presentazioni di libri, eventi su letteratura, psicologia, arte e filosofia, e si svolgeranno fino alla primavera del 2015. L’altra location che ospiterà le manifestazioni è la Biblioteca Croce in Via Francesco De Mura n. 2/bis, sempre al Vomero.
Bianca Fasano