Dopo l’incontro dello scorso agosto, ancora una volta, i “Ragazzi” dell’Istituto Statale d’Arte di Milazzo degli anni ’70 e ’80 si sono ritrovati per trascorrere assieme, in allegria una giornata in un luogo d’arte qual è il comune collinare di Monforte San Giorgio in provincia di Messina, a 260 metri sul livello del mare, sulle prime pendici dei monti Peloritani. Sembra che i primi insediamenti abitativi nel territorio di Monforte San Giorgio risalgono alla fine della prima età del bronzo (sec. XV a.C.) come risulta dai ritrovamenti archeologici in contrada Pistarina, località impervia e lontana dall’abitato di Pellegrino, frazione montana di Monforte. Si deve ritenere che i primitivi abitatori appartenessero ai Sicani, cioè alla prima popolazione della Sicilia di cui possa veramente dimostrarsi l’esistenza.
In questo spicchio di terra dal verde incantevole vi è una grotta che profuma di mistico, e ancora una tradizione leggendaria che resiste per la devozione della gente che si raccoglie attorno al santuario da ogni dove. La festa di Crispino, nella frazione Pellegrino di Monforte San Giorgio scrive la parola fine sul periodo estivo per tutto il comprensorio, ma ne esce sempre rinvigorita, rafforzata dalla speranza che possa essere rivissuta. Perché alla fine è un percorso. Non solo metaforico. Che, in verità, comincia il pomeriggio di Ferragosto, quando la Madonna col bambino opera tra le più belle dello scultore Antonello Gagini, viene condotta dalla chiesa del centro in processione al Santuario di Crispino, nell'omonima vallata dove una fonte regala refrigerio e rifornimento idrico da tempo immemorabile. Ma è solo la preparazione alla festa vissuta intensamente da tutta la comunità. E che comincia a tutti gli effetti il sabato antecedente la prima domenica di settembre, così come recitano i documenti storici relativi alla tradizione. Perché dal 1643, ininterrottamente, dal Santuario di Crispino si snoda all'imbrunire la processione del Capidduzzu di Maria. In un'urna d'argento, Padre Luigi Celona conduce un frammento del Capello della Madonna fino alla Chiesa Madre di Monforte centro. Tra due ali di folla che si fa luce con le torce, il sottofondo del suono delle cornamuse e del suono dei tamburi delle confraternite in alta uniforme. E alla fine esibizione in piazza per i suonatori di cornamuse, custodi delle genuine tradizioni pastorali. Sulla scia di quel fascino particolare che conquista sin dalla grotta di Crispino, prima della processione. C'è chi si ferma alla chiesa in preghiera, chi visita la grotta immersa nella macchia dal verde rigoglioso subito dopo la freschissima fonte.
Come da appuntamento “Quelli dell’I. S. A.” di Milazzo ’70 – ’80 (come ci ha comunicato l’artista Giuseppe Messina) ci sono ritrovati a Pellegrino, dove hanno potuto visitare, tra l’altro, la chiesa il cui parroco, Don Luigi Celona, già docente di religione all’ISA, un arzillo giovanotto di 81 anni. C’è da sottolineare che la chiesa di Pellegrino, dedicata alla Madonna del Crispino, va certamente ricordata proprio perché al suo interno espone quell’opera scultorea del già menzionato Gagini del 1507 (costata 6 once e 15 tarì, valuta dell’epoca, com’è attestato dagli atti) come esaurientemente spiegato da Don Luigi che ha dimostrato essere una fonte inesauribile di notizie che riguardano il comune di Monforte San Giorgio e dintorni; la bellissima statua della madonna col bambino di altezza minore della misura naturale, ma di una perfezione anatomica straordinaria, conservante ancora i colori dorati delle cromature con motivi floreali.
Alla comitiva si è unito, oltre il parroco, anche colui che era il preside, l’artista Giuseppe Pavone, componente il Comitato Tecnico-Scientifico presso il Concorso Nazionale “New Design” presso il M. I. U. R. di Roma; vice Presidente Sezione di Messina “Scienza e Vita”; Segretario Eco sezione Messina di “Movimento Azzurro”; Coordinatore Provinciale Settore Scuola di “Cittadinanza Attiva”; già Componente Direttivo Naz. A. N. D. I. S. A., un ottantenne dallo spirito di un vero giovanotto, dalla battuta sempre pronta. All’ora di pranzo, tutti insieme si sono avviati alla volta del ristorante del luogo, dove la sala è stata trasformata in un luogo di estemporaneo teatro a dimostrazione dell’atmosfera di allegro buon umore di quello che fa bene all’anima. Tutto si è concluso con il proponimento di “Quelli dell’I. S. A.” di Milazzo ’70 – ’80 di incontrarsi ancora in un afflato di fraterna amicizia che ha salde fondamenta negli antichi, comuni ricordi.
Nella foto di Pippo Messina i “Magnifici 5” dell’incontro: Benedetto La Macchia, Don Luigi Celona, Il preside Giuseppe Pavone, Giuseppe Messina e Mimmo Strano.