Il gruppo la Bologna che c’è propone la cittadinanza italiana agli stranieri nati in Italia solo al compimento della maggiore età e previa esplicita dimostrazione di conoscenza della nostra lingua e storia
Bologna. Torna alla ribalta la vexata quaestio ” del ius soli, “il diritto di cittadinanza per i minori stranieri nati in Italia, così come enunciata in queste ore dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Al di là di facili pietismi o ricorsi al diritto naturale, riteniamo che le drammatiche vicende del Medio Oriente e la presenza fra i fanatici e crudeli combattenti dell'ISIS di cittadini europei di origine e cultura mussulmana, ponga il problema del significato preciso del termine “integrazione “e del dovere dei nostri governanti di verificare fino in fondo il senso di appartenenza alla nostra civiltà e tradizione degli eventuali nuovi concittadini. Non basta completare il ciclo della scuola dell'obbligo per acquisire il diritto di cittadinanza e consigliamo a Renzi di parlare con i britannici di origine pachistana, brillantemente laureati nelle università del Regno Unito e diventati terroristi o comunque simpatizzanti dei movimenti islamici più oltranzisti.
“Se anche un minore frequenta in Italia la scuola e nell'ambito famigliare o nelle moschee gli viene insegnato disprezzo o odio verso la storia del nostro Paese, – dichiara il portavoce della Bologna che c’è Fabio Garagnani – che senso ha parlare di integrazione e cittadinanza? In questo senso sarebbe molto più logico concedere la cittadinanza al compimento della maggiore età previa esplicita dimostrazione di conoscenza della nostra lingua e storia”.
Le regole draconiane che il governo francese ha posto per arginare il nuovo integralismo dei milioni di cittadini di fede islamica, o la crisi di identità vera e propria di Paesi come la Gran Bretagna, l'Olanda, Svezia e Danimarca da sempre molto tolleranti verso l'immigrazione, dovrebbero indurre il nostro premier, sempre così precipitoso ad un minimo di cautela nell'affrontare questo argomento che, se non affrontato seriamente può mettere a repentaglio la convivenza sociale del nostro paese.
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Fabio Garagnani
La Bologna che c'è