L’approvazione alla Camera del decreto sulle missioni internazionali e sulle elezioni dei COMITES è un passo decisivo, che sarà definitivo con l’imminente voto del Senato, per il rinnovo di questi fondamentali organismi di rappresentanza. Entro il prossimo mese di dicembre, dopo tre consecutivi rinvii e cinque anni di sospensione della democrazia, i cittadini italiani all’estero sceglieranno liberamente i rappresentanti che, a loro giudizio, potranno meglio tutelare gli interessi delle nostre comunità.
Il Governo Renzi, grazie soprattutto all’impegno dei Gruppi del PD, mantiene la parola data e dimostra quella capacità d’ascolto delle comunità e delle loro rappresentanze che era mancata in precedenza. Per farlo, in un momento così difficile, ha impegnato risorse importanti per rispettare finalmente una fondamentale regola di democrazia. La richiesta di andare a votare è stata per anni ferma, costante e unanime. Per questo, a parte i giochi demagogici che non mancano mai, risultano incomprensibili i distinguo e le dissonanze ascoltati in queste ultime settimane.
Si fa ricorso ancora una volta al voto per corrispondenza per non penalizzare la partecipazione, come inizialmente si temeva con il voto nei seggi, e viene introdotta, per ragioni di sicurezza del voto e di risparmio, la preiscrizione nelle liste degli elettori, come da anni quasi tutte le forze parlamentari stanno chiedendo per il voto politico.
Il problema che si è obiettivamente posto, quello del tempo limitato per la prenotazione, ha indotto a prendere in seria considerazione l’ipotesi di indire le elezioni subito e di farle svolgere nella primavera del 2015. Le verifiche tecniche fatte sono state purtroppo negative, nel senso di non avere garanzie sulla conservazione dei fondi stanziati per le elezioni anche nel 2015. La concreta alternativa, dunque, è stata quella tra il votare entro l’anno, come prescrive una legge in vigore, o avallare un altro rinvio sine die. Per quanto ci riguarda, non abbiamo avuto alcun dubbio: la priorità va data alla legalità e al ripristino della democrazia. Un ulteriore rinvio avrebbe avuto effetti devastanti per la credibilità della rappresentanza e per la stessa immagine del Paese.
Gli snodi decisivi, allora, sono quelli dei tempi e dell’informazione degli elettori. Per quanto riguarda i tempi, con un nostro emendamento, si è ottenuto di guadagnare altre tre settimane spostando il termine per le preiscrizioni da 50 a 30 giorni prima dalla data delle elezioni. Per l’informazione, fin dal primo momento, il Governo ha accolto la richiesta di inviare una lettera ai capifamiglia (a breve ne partiranno oltre due milioni e mezzo) per avvertire gli aventi diritto della necessità di iscriversi negli elenchi degli elettori. In più, lo stesso Governo si è da tempo preparato ad attivare la pubblicità istituzionale, coinvolgendo la RAI per l’Europa e RAI Italia per il resto del mondo, nonché la stampa italiana all’estero e gli altri canali di comunicazione. Il mondo associativo, inoltre, sta già svolgendo la sua preziosa opera di contatto e informazione. Con un nostro ordine del giorno, accolto dal Governo, si è chiesto che l’iscrizione agli elenchi degli elettori sia resa permanente, in modo che possa servire anche per le successive tornate elettorali. Siamo contenti, infine, che con il voto determinante dei deputati del PD si sia eliminato il privilegio dato ai partiti con l’esenzione dalla raccolta delle firme, che avrebbe creato un’odiosa disparità nell’ambito comunitario.
Poiché un’applicazione formale della legge sui COMITES può portare ad una riduzione del numero degli organismi nelle realtà dove sono stati aboliti i consolati, ci stiamo adoperando perché non si proceda in modo burocratico, ma si privilegi il servizio che i COMITES possono dare alle comunità, proprio in conseguenza della contrazione della rete consolare.
A questo punto lasciamo le polemiche a chi non ha di meglio da fare. E’ importante concentrare tutti gli sforzi per favorire la maggiore partecipazione possibile da parte degli elettori. Nei siti di ogni consolato vi è il modulo da compilare e restituire al consolato di riferimento, per posta, per email, di persona, come si è in grado di fare.
Adesso tocca a tutti noi. Dopo che per cinque anni è stata sospesa la democrazia, ci possiamo riprendere il diritto di scegliere i migliori rappresentanti, che dovranno tutelare le nostre comunità e promuoverne l’integrazione nei contesti di vita e di lavoro. In questo momento difficile per il Paese, diamo un segnale di disponibilità che farà bene all’Italia.
Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta