Piano per uccidere Maduro, il governo venezuelano presenta le prove

— Geraldina Colotti, 13.6.2014

Mili­tari, alti fun­zio­nari e per­so­na­lità poli­ti­che di oppo­si­zione. Il governo vene­zue­lano ha illu­strato ieri un altro capi­tolo del piano ever­sivo, denun­ciato lo scorso 28 mag­gio, volto a ucci­dere il pre­si­dente Nico­las Maduro. Un’operazione da rea­liz­zare nell’ambito delle pro­te­ste vio­lente, scop­piate il 12 feb­braio, e ancora par­zial­mente in corso. Ieri, il mini­stro degli Interni Miguel Rodri­guez Tor­res ha detto che l’intelligence ha sven­tato anche un attacco all’ambasciata del Bra­sile. Nello stato Lara, un gruppo armato ha assal­tato una caserma mili­tare, ferendo un tenente e alcuni sol­dati. Gio­vedì, un gruppo di incap­puc­ciati ha attac­cato un auto­bus di linea a Puerto ordaz, aggre­dendo l’autista, in un copione già visto spesso in altre parti del paese.
A mag­gio, i diri­genti del Par­tito socia­li­sta unito del Vene­zuela (Psuv) hanno pre­sen­tato alla stampa alcune inter­cet­ta­zioni, dispo­ste dalla Pro­cura gene­rale alla posta elet­tro­nica di noti impren­di­tori, diplo­ma­tici e lea­der dell’opposizione oltran­zi­sta, come la ex depu­tata Maria Corina Machado. Gio­vedì sera, in un pro­gramma tele­vi­sivo con­dotto dal pre­si­dente dell’Assemblea, Dio­sdado Cabello, è stato dif­fuso un video e sono state rese pub­bli­che altre inter­cet­ta­zioni tele­fo­ni­che e ambientali.
La voce prin­ci­pale è quella di Pedro Burelli, un ex impren­di­tore che ha occu­pato i ver­tici dell’impresa petro­li­fera di stato Pdvsa ai tempi del ten­tato golpe con­tro Hugo Cha­vez e che da anni risiede negli Stati uniti. Parla a più riprese con un mili­tare non iden­ti­fi­cato affin­ché con­vinca altri suoi com­mi­li­toni a unirsi ai piani gol­pi­sti. Si dice con­vinto che le vio­lenze di piazza, sca­te­nate dall’opposizione oltran­zi­sta, pro­dur­ranno un’insurrezione all’interno della Forza armata nazio­nale boli­va­riana (Fanb): «Altri­menti – dice la voce – ci saranno altri Leo­poldo Lopez nelle Forze armate che coglie­ranno il momento giu­sto per spaz­zar via la sco­ria del cha­vi­smo». Leo­poldo Lopez è il diri­gente di Volun­tad popu­lar (una delle forze che par­te­ci­pano al car­tello di oppo­si­zione Mud) in car­cere in attesa di pro­cesso con l’accusa di aver gui­dato le vio­lenze, che hanno finora pro­vo­cato 42 morti. Insieme a Machado e al sin­daco della Gran Cara­cas, Anto­nio Lede­zma, Lopez ha pro­mosso la cam­pa­gna «la salida» per pro­muo­vere l’espulsione dal governo di Maduro a furor di piazza.
La Pro­cura che indaga sulla rete ever­siva, in cui è coin­volto anche un ex amba­scia­tore Usa in Colom­bia, Ricardo Koe­sling, ha emesso alcuni ordini di com­pa­ri­zione. Nes­suno, però, si è pre­sen­tato e così, oltre a Koe­sling, sono ora ricer­cati dall’Interpol anche Diego Arria, ex gover­na­tore del Distretto fede­rale (Cara­cas), e Burelli. Lunedì deve com­pa­rire davanti al giu­dice Maria Machado, e nel corso della set­ti­mana saranno sen­tite anche diverse altre per­so­na­lità coinvolte.
Ieri, la Pro­cu­ra­trice gene­rale della Repub­blica, Luisa Ortega Díaz, ha pole­miz­zato con Gabriela Knaul, rela­trice spe­ciale all’Onu, che ha mani­fe­stato «pre­oc­cu­pa­zione» per l’indipendenza della magi­stra­tura in Vene­zuela. «E io, signora, sono pre­oc­cu­pata per la sua man­canza di infor­ma­zione», ha ribat­tuto Ortega, snoc­cio­lando cifre e dati. Secondo una recente inchie­sta dell’International Con­sul­ting Ser­vi­ces (Ics), l’82,5% dei vene­zue­lani è con­vinto che gli Usa com­piano inge­renze in Vene­zuela. Pur dicen­dosi pre­oc­cu­pato per l’insicurezza e per l’inflazione, se si votasse oggi, il 54,3% sce­glie­rebbe di nuovo Nico­las Maduro.
Il pre­si­dente vene­zue­lano arriva oggi in Boli­via, per par­te­ci­pare al ver­tice del G77 più Cina (e con l’Onu), che si con­clude domani. Sul tavolo i temi per le pros­sime Mete del Mil­len­nio che si rin­no­vano nel 2015.

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