BRASILE 2014, IL VERO AVVERSARIO DA BATTERE E’ LA DISIDRATAZIONE

Temperature eccessive e un grosso tasso di umidità sono le insidie maggiori per la nazionali impegnate nei mondiali brasiliani. Una disidratazione superiore al 2% può compromettere le perfomance atletiche fino al 20%. Un’acqua minerale ricca di calcio aiuta a recupera i liquidi e i Sali persi.

Altro che fuoriclasse del pallone e tifo ostile, il vero nemico per la nazionale di Prandelli è la disidratazione. Il clima proibitivo, le alte temperature e il tasso di umidità insostenibile metteranno a dura prova la tenuta atletica e soprattutto lo stato di salute dei calciatori azzurri. L’abbondante perdita di liquidi e Sali minerali deve essere ricompensata in maniera costante e continuativa per evitare anche ripercussioni dal punto di vista nervoso che aumentano la percezione della fatica. Recenti studi hanno provato che una perdita di acqua pari al 2% del peso corporeo può determinare un deficit nelle prestazioni sportive del 20%. E in vista del torneo brasiliano queste percentuali possono anche aumentare.

E’ quanto riporta In a Bottle (www.inabottle.it) in un focus su idratazione e mondiali di calcio.

“Visto che parliamo di calcio in Brasile le acque migliori perché l’idratazione dei calciatori sono quelle ricche di calcio – afferma Alessandro Zanasi, idrologo ed esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino – Le acque calciche sono acque solitamente mineralizzate. Con la sudorazione si perdono elettroliti e minerali quindi bisogna reidratarsi abbondantemente con un’acqua ricca di Sali dove il calcio rappresenta un’alta percentuale di questi elementi. In condizioni straordinarie come quelle brasiliane l’idratazione deve essere continuativa e non a spot per evitare che il corpo perda liquidi e minerali e condizionare negativamente le performance agonistiche”

Il segretario generale della Fifa, Jerome Valcke, ha assicurato che, in caso di caldo estremo, alcune partite del Mondiale di Brasile 2014 potranno essere interrotte una o più volte per permettere ai giocatori di riposare e reidratarsi. In ogni partita ci sono un coordinatore, un medico e l'arbitro. Queste tre persone prenderanno tutte le misure per assicurare le buone condizioni dei giocatori e possono definire le interruzioni delle partite per far bere i calciatori.

Edemi da calore, crampi muscolari e colpi di sole sono i disturbi più frequenti. Ma a risentirne è anche il cervello, come dimostra un recente studio scientifico inglese condotto da Matthew Kempton e Ulrich Ettinger, dell'Istituto di psichiatria al King's College di Londra. I ricercatori hanno constatato che dopo 90 minuti di sudorazione costante, la riduzione media del cervello, in termini quantitativi, è pari a quella che si registra dopo circa 14 mesi di superstress costante.

I livelli di idratazione e le prestazioni sono così intrinsecamente legate che la loro relazione viene studiata continuamente dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale), con particolari ripercussioni anche dal punto di vista nervoso. Le contrazioni muscolari sono stimolate dal sistema nervoso attraverso l'invio di impulsi elettrici in tutto il sistema muscolare. Questi impulsi sono continuamente attivi nel corso dell’esercizio fisico, e le ripetute contrazioni causano l’avvertimento del senso di fatica nel nostro cervello. Il mantenimento di adeguati livelli di idratazione prima e durante l'esercizio fisico riduce la tensione sia sui muscoli che sui neuroni, evitando così l’avvertimento del senso di fatica.

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