Venerdì 13 Giugno dalle 17 al Maschio Angioino la consegna degli attestati ai partecipanti alla prima edizione iniziata a Gennaio 2014
Programmare il proprio videogioco, l’app del proprio cellulare o sviluppare un sito internet: è quanto accade ai bambini dai 4 ai 17 anni che gratuitamente partecipano a CoderDojo (www.coderdojonapoli.it), il progetto nato in Irlanda nel 2011 che ha dato vita ad un movimento oggi presente in più di 200 città nel mondo e che da settembre sarà promosso gratuitamente per le scuole napoletane grazie ad un accordo firmato oggi dalla Fondazione Valenzi e CoderDojo Napoli.
L’accordo prevederà la formazione gratuita ai docenti del metodo CoderDojo e l’organizzazione di eventi con tutti i partecipanti al progetto.
Promotore di CoderDojo a Napoli è il napoletano Giovanni Lombardi, che da gennaio ha ospitato il ciclo di lezioni nei suoi locali della Riviera di Chiaia di Palazzo Ischitella, dimora dell’ex Ministro della guerra all’epoca di Ferdinando II di Borbone, dove hanno sede i suoi uffici.
Il progetto è stato realizzato già in fase sperimentale quest’anno per 40 ragazzi che venerdì 13 Giugno dalle 17 riceveranno gli attestati di partecipazione al Maschio Angioino nella sede della Fondazione Valenzi.
“L’obiettivo del progetto – dichiara Giovanni Lombardi – è quello di sviluppare la creatività dei bambini, insegnando loro a programmare e a lavorare in gruppo. I ragazzi possono vedere quello che fanno gli altri team, così da confrontarsi e condividere le esperienze. Ognuno mostra il proprio lavoro e condivide le idee con gli altri”.
“La Fondazione Valenzi – dichiara la Presidente Lucia Valenzi – dalla sua nascita cinque anni fa ha messo al centro delle sue attività l’impegno per formare le nuove generazioni. Lo stiamo facendo con attività come Bell’e Buon’, il nostro progetto per l’infanzia, e tutti gli eventi connessi a Memoriae, il nostro percorso formativo per mantenere vivo il ricordo della Shoah e attraverso di essa tenere viva l'attenzione contro ogni forma di razzismo e discriminazione culturale, sociale e politica.”
L’iniziativa è totalmente gratuita, infatti, il CoderDojo si affida a livello globale al volontariato totale dei Mentor. Per essere Mentor basta aver voglia di stare con i bambini. Tutti possono dare una mano: da chi realizza siti web a chi è esperto di informatica a chi gestisce la parte amministrativa.
“Quello – continua Giovanni Lombardi – che si chiedono molti genitori è: ‘Non farà male tanto tempo al computer?’ La risposta è che con Coderdojo i bambini non sono più dei fruitori passivi, ma diventano protagonisti del videogioco, lo creano. Sono in grado di mettere in gioco la creatività, darsi un obiettivo e vederlo realizzato, divertendosi. Sviluppano abilità e risorse. Lavorano in gruppo e hanno un obiettivo comune.
CoderDojo sta diventando pian piano un’esperienza ‘virale’ nella quale pedagogia e informatica si sposano a meraviglia tanto che stanno nascendo tanti CoderDojo in tutte le città italiane. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare i bambini al computer con un approccio attivo, creando per i ragazzi eventi che li possano avvicinare all’informatica e alla robotica.”