Ci sono concretezze sociali che, nella realtà, nulla hanno da vedere con le condizioni socio/politiche dei Continenti delle quali fanno parte. Con questa premessa, più necessaria, che ovvia, volgiamo il nostro interesse verso il bacino del Mare Mediterraneo le cui acque bagnano, per la maggior parte, il nostro Paese. L’Italia è stata, da sempre, un ponte storico e culturale tra occidente ed oriente. Ma, anche, polo di riferimento tra Europa ed Africa. Tra Unione Europea e Paesi che s’affacciano su questo mare dall’altra sua sponda. Una realtà che ha da tener conto di una situazione di disagio e radicato malessere che dall’Africa sviluppa le sue radici nelle contrade più povere e dolenti di un Continente prima sfruttato, poi non concretamente messo nelle condizioni di potersi sviluppare in modo autonomo ed indipendente. Tra poche settimane, milioni d’europei andranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento Europeo. Una realtà politica la cui importanza resta decisiva non solo per il Vecchio Continente, ma che anche dovrebbe essere di stimolo per le realtà africane. Non avrebbe senso, al punto in cui ci troviamo, distingue il benessere dal malessere limitatamente ad una sponda del Mediterraneo. E’ nostra intenzione andare oltre gli aspetti e le posizioni politiche, note e dolenti, alle quali c’avevano abituati i politici di una Generazione che, a parer nostro, è stata superata dagli eventi e dalle necessità. Quindi, dalla storia. L’Europa Stellata può anche instradarsi sull’altra riva del “Mare Nostrum”. L’UE ha le potenzialità per tendere la mano a chi ne ha bisogno. Senza contropartite a termine. Per una questione di civile convivenza nell’interesse di un’umanità sin troppo condizionata da eventi venuti da lontano. I coinvolgimenti del Vecchio Continente possono estendersi anche verso i Paesi in terra d’Africa. Che ce ne sia il bisogno si rileva dai continui, drammatici, flussi migratori che, con gravi rischi, tentano la traversata del Mediterraneo nella speranza di giungere in contrade dove la vita appare meno impossibile. L’UE, pur con tutte le sue contraddizioni interne, ha le potenzialità per tentare, almeno, d’evitare perigliose avventure che, assai spesso, si trasformano in tragedie del mare. Tra le proposte elettorali, auspichiamo anche l’enunciazione di un progetto, con specifici contenuti umanitari, che impegni il Vecchio Continente ad una politica Economico/Sociale estesa anche oltre i suoi confini geografici e politici. Se si elaborasse un programma capace di trasferire tecnologie e produttività in terra d’Africa, gli obiettivi raggiungibili sarebbero molteplici. In primo luogo, si favorirebbe il risveglio di una dignità umana che è stata soffocata dagli opportunismi e dagli sfruttamenti. In questo progetto, che intendiamo rendere pubblico, l’Italia potrebbe giocare un ruolo prioritario ed unico e non solo per la sua posizione geografica. La sua ubicazione nel Mediterraneo le consentirebbe d’essere il tramite naturale per offrire gli interventi operativi che l’UE dovrebbe disporre. Una Grande Europa non può restare insensibile ai segnali degenerativi di un’umanità che lascia la terra natale per avventure che, troppo spesso, trasformano la speranza in tragedia. Sono gli Stati europei a dover fare la prima mossa per offrire assistenza e supporto nelle terre d’origine a chi, pur se in modo indiretto ma tangibile, lo chiede. Per evitare la cronicizzazione di un fenomeno d’emigrazione di massa, non dissimile, nella sostanza, da quello che, per il passato, i Paesi mediterranei avevano avviato per l’Europa settentrionale, c’è da attivarsi, da subito, per realizzare condizioni di vita possibile oltre le convenzioni e le economie che inaridiscono lo spirito e non risolvono problemi che, comunque, sono da affrontare in modo massivo. L’Europa geografica, che in politica continua a evidenziare differenze d’azione e riscontri, non può restare passiva a una situazione che rimane seriamente attuale. Solo offrendo opportunità di lavoro e d’assistenza in loco, sarà possibile superare le spigolature territoriali e d’egemonia economica. Quando è in gioco la vita di esseri umani, se la politica non lascia scelta, c’è il buon senso. Il nostro modo di vedere è semplice: i diritti umani dovrebbero essere codificati e riconosciuti come inerente alla persona. La dignità umana, come la sopravvivenza, è un diritto inscindibile. L’impegno dell’Unione Europea, che promuove lo sviluppo integrale dei suoi Cittadini, ha da essere esteso, in modo ufficiale e costruttivo, anche sull’altra sponda del Mediterraneo.
Giorgio Brignola