Ancora ci domandiamo se Renzi sarà veramente in grado d’essere all'altezza della fiducia che chiede al Popolo italiano. In altri termini, gli italiani s’attendono dai politici un cambiamento che, a nostro avviso, tarda ad evidenziarsi. Se la questione non fosse di vitale importanza per il Paese, non ci resterebbe che aspettare gli eventi. Ma non è così. L’Italia ha diritto a un rinnovo del quadro istituzionale; ma non solo di quello. Alle porte delle Consultazioni Europee, i Partiti continuano a studiarsi e le alleanze di oggi potrebbero non esserlo più già dal prossimo inverno. Del resto, la guida del Governo impone, ovviamente, delle responsabilità. Di fatto, però, gli eventuali errori restano tutti a carico del Popolo italiano. Non riusciamo ad intravedere nuove “realtà” politiche. Ma il prossimo Esecutivo, quello che dovrebbe varare il nuovo assetto della Penisola, resta ancora da ipotizzare. Solo dopo la riforma del Parlamento potremo essere meno approssimati. Intanto, se siamo dove siamo, la responsabilità di qualcuno sarà. Anche nel futuro assetto europeo, sarà importante essere meglio”inquadrati”. Il tramonto, inarrestabile, del potere alla vecchia maniera preoccupa, più che incuriosire, chi ritiene d’essere ancora politicamente necessario. Ora l’Italia è nelle condizioni per disfarsi di tante “figure” che hanno fatto il loro tempo. Ritirarsi, prima di una sonora sconfitta elettorale, avrebbe ancora una sua dignità. Soprattutto se lo facesse per il bene nazionale. Oggi non ci sono punti di riferimento nel firmamento dei tanti, troppi, partiti italiani. Elaborare le leggi è sempre una grande responsabilità. Applicarle appare molto meno difficoltoso. Le “deleghe” hanno da finire. Per il bene di tutti. Anche di quelli che s’ostinano a remare contro. Se entrerà in vigore un sistema monocamerale, allora sarà più agevole la verifica delle reali intenzioni di chi predica bene e razzola male. Questo Governo rimane per le riforme istituzionali. Per i problemi economici nazionali, non ci sono ancora le premesse per garantire un’omogenea ripresa. Se, anche col Parlamento rinnovato, continueranno ad essere i politici a determinare il gioco delle alleanze, il quadro nazionale resterebbe “sfuocato”. Solo gli elettori dovranno conquistarsi le opportunità per pretendere il “meglio”. Senza elezioni, come da noi capita da troppo tempo, i presupposti politici, pur se capaci, avranno vita breve. Il voto, quando ci sarà, dovrà dimostrare una maturità ben più consistente di quella che, da troppo tempo, i Partiti hanno trascurato. Del resto, anche gli arrivismi politici, comunque siano presentati, non dovranno più condizionare il nostro futuro. Su questa posizione non riteniamo possibili “concessioni” accomodanti. Per voltare pagina, ma sul serio, è indispensabile dare e meritare fiducia. Insomma, la fiducia, alla quale tutti intendono appellarsi, è una cosa molto seria e per meritarla, a breve o a lungo termine, si deve verificare con i fatti.
Giorgio Brignola