La responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna: “Come sempre, anche in questo triste caso la priorità degli interventi è legato in parte ai controlli periodici davanti alle scuole, in quanto essi rappresentano un elemento importante e complementare attraverso cui passa un segnale positivo, ma non esclusivo, poichè la piena consapevolezza di una realtà come quella dello spaccio e consumo di droga tra ragazzi sempre più giovani, passa dalla costruzione e dall'approfondirsi di uno scambio di informazioni e di un dialogo tra le diverse parti della società, tutte coinvolte e chiamate ad assumersi precise responsabilità”
Bologna, 26 marzo 2014 – Per comprare tuta e scarpe firmate un sedicenne bolognese ha iniziato a spacciare marijuana davanti alla propria scuola: cinque euro a dose, circa mezzo grammo. Venerdì 21 marzo è stato beccato nel corso di un controllo coordinato dalla Procura di Bologna, e affidato alla Polizia municipale e ai Carabinieri. Come del resto avvenuto per i controlli effettuati nei mesi scorsi di fronte ad altri Istituti, uomini in borghese, con cani antidroga al seguito, si sono presentati poco prima delle 8, poco prima dell'inizio delle lezioni. Un maresciallo dei Carabinieri ha chiesto i documenti al ragazzo in questione, appena ha notato segni di nervosismo nel suo cane. Il giovane ha tentato la fuga ma è stato bloccato, e addosso gli sono state trovate cinque dosi. Dal suo cellulare, si è scoperto che un suo coetaneo e compagno di scuola aveva recentemente acquistato una dose, di cui però si era disfatto non appena percepiti i controlli in atto. Questo ragazzo è stato di fatto segnalato alla Procura come consumatore di sostanze stupefacenti. Il caso del sedicenne è stato sin dall'inizio seguito dalla Pm della Procura minorile Alessandra Serra, ed intanto all'adolescente è stato concesso di continuare a frequentare le lezioni. La madre, oltre a confermare di non aver comprato scarpe e tuta al figlio, ha dichiarato che pur sapendo che il giovane ricorresse a qualche canna, non era assolutamente a conoscenza del fatto che spacciasse. Il sedicenne ora deve rispondere di spaccio e detenzione di stupefacenti per spaccio, aggravato dal fatto di esser stato preso davanti a una scuola e di aver ceduto una dose ad un minorenne. Il Procuratore Valter Giovannini ha assicurato che “proseguiranno gli accertamenti” davanti agli Istituti, e ha detto di condividere quanto detto dall'Assessore alla Sanità del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo: “OK ad uso terapeutico della cannabis, ma evitare confusione con la legalizzazione delle droghe leggere”.
Luana Cinti, responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna, in merito ha dichiarato: “Affrontare con fermezza il tema scottante dei giovanissimi che per un completo all'ultima moda, scarpe firmate, giochi elettronici, smartphone ed altro sono disposti a spacciare, se non addirittura a prostituirsi (come del resto appurato in diverse occasioni e contesti, e riportato prontamente dalle cronache), è quanto di più necessario, ma non solo nell'ambito della Procura, delle forze di Polizia e dei Carabinieri in attività congiunta. Come sempre, anche in questo triste caso la priorità degli interventi è legato in parte ai controlli periodici davanti alle scuole, in quanto essi rappresentano un elemento importante e complementare attraverso cui passa un segnale positivo, ma non esclusivo, poichè la piena consapevolezza di una realtà come quella dello spaccio e consumo di droga tra ragazzi sempre più giovani, passa dalla costruzione e dall'approfondirsi di uno scambio di informazioni e di un dialogo tra le diverse parti della società, tutte coinvolte e chiamate ad assumersi precise responsabilità. Nessuno può dirsi chiamato fuori da un discorso come questo, in cui il minorenne è di fatto al centro di un disagio sempre più evidente ed espresso nei modi più disparati, riconducibile alla necessità di appropriarsi e mostrare agli altri quanto prima, gli elementi di immagine più gettonati nel mondo che ci circonda, bruciando tappe e rincorrendo gli ideali di vita più effimeri e inconsistenti, di fatto promossi con insistenza e coltivati per mezzo dei media e dei social, nel contesto di una competizione costante basata sul nulla, o comunque poggiante su di un terreno da ricostruire ogni volta. Il fatto che la madre dell'adolescente non fosse a conoscenza dei movimenti del figlio, e sia rimasta sconvolta di fronte alla notizia della pratica di spaccio, richiama all'attenzione il tema delle famiglie e della loro presenza qualitativa nella vita dei figli, così come degli educatori e delle Amministrazioni, impegnate a portare costruttivamente avanti un lavoro difficile, minato da più parti, ma imprescindibile. Che cosa ci suggeriscono in realtà questi ragazzi? Ci si può davvero abituare a ritenere che ogni atto sia normale? Come pensare di ridimensionare la portata e il significato reale di questi dolorosi episodi a livello di monitoraggio all'entrata delle scuole? Senza contare il tema parallelo della legalizzazione delle droghe leggere e dell'accesso ad esse da parte degli adolescenti, chiamato in causa dall'Assessore comunale alla Sanità Rizzo Nervo, e al centro di polemiche infinite che piuttosto favoriscono la separazione, lo scontro, e non il proficuo incontro di obiettivi e strategie per incanalare forze ed energie nell'affrontare l'argomento come parte di un unico, grave discorso”.
Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http:/www.italiadeidiritti.it