La legalità  non è un rischio. La responsabilità  nelle professioni legali

di Alarico Mariani Marini

Il rischio della illegalità
La ignoranza della legge nella sua tradizionale inescusabilità, seppure temperata dalla saggezza dei giudici costituzionali, è pur sempre un rischio cui è esposto il cittadino comune.
Un rischio che è accentuato da testi di legge sempre più ambigui e contraddittori, anzi in moltissimi casi volutamente tali per scelta del legislatore di rinviare alla sede interpretativa, di norma giurisprudenziale, la possibilità di chiarire quell'equivocità (Zaccaria).
Inoltre le leggi sono prodotte per regolare situazioni determinate, ma sono anche destinate a risolvere nuove e diverse situazioni e ciò richiede adeguamenti affidati alla discrezionalità di chi le interpreta e le applica.
In questo risiede il rischio di una illegalità spesso inconsapevole al quale potrebbero porre rimedio, oltre ad un più competente e accurato legislatore, una diffusa cultura dei diritti e dei doveri e un sistema sociale di promozione della legalità, per sventura oggi assenti.
Sono pertanto necessariamente chiamate ad operare in questa condizione di esposizione al rischio quelle professioni il cui compito è di consigliare ed assistere chi si trovi nella necessità di stabilire, o anche di ristabilire, un corretto rapporto con la legge.
Ad esse spetta quella funzione pubblica che in un sistema democratico e in uno stato di diritto è assegnata alle professioni liberali regolamentate che, seppure in diverso grado, sono comunque sempre investite della responsabilità di coniugare la difesa di interessi particolari privati con la tutela dell'interesse generale della collettività al rispetto della legalità.
Ma poiché non viviamo nella repubblica ideale della Città del Sole, ma sotto cieli ambigui e nebbiosi si può affermare che il cittadino sia veramente protetto dal rischio della illegalità? e che questo rischio, nella sua temibile evoluzione in una responsabilità penale, non finisca per investire anche quelle professioni alle quali il cittadino si rivolge per essere guidato nei percorsi impervi della legge?
A queste domande hanno tentato di dare risposte avvocati, notai, commercialisti e consulenti del lavoro in un recente incontro con il quale le istituzioni formative delle rispettive professioni hanno avviato una collaborazione di ricerca e di studio.
L'incontro aveva come tema il rischio penale nelle professioni liberali anche in relazione al rapporto tra tali professioni e la società.

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