Richiama il furbetto di turno in un locale e viene massacrato, il commento della Cinti

La responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna: “Il messaggio trasmesso è divenuto in molti casi il rifiuto di riconoscere nella sua pienezza e imprescindibilità il valore della vita umana, con la sua dignità inviolabile, tanto che gli occhi e le orecchie di chi assiste o ascolta sono sempre più abituati al peso delle situazioni vissute o riportate”

Bologna, 17 marzo 2014 – E' successo al Cassero, a Bologna. Un ragazzo di 28 anni, laureato in Sociologia, è stato ripetutamente colpito al volto e alla testa da un gruppo di ragazzi, riportando gravissime lesioni. Il motivo è stato quello di aver ripreso uno dei giovani del 'branco' al centro della triste vicenda, in quanto questi aveva tentato di saltare la fila del guardaroba all'ingresso. Successivamente, vi è stato un altro diverbio, legato al fatto che un altro membro del suddetto gruppo aveva cercato di passare avanti nella fila per prendere da bere, la stessa di quella del guardaroba. La violenza è avvenuta a tradimento, circa un'ora dopo la scena del rimprovero. Si è appreso che la vittima ha riportato una frattura multipla della mandibola, ed è stato ricoverato al Bellaria; successivamente è stato necessario il trasferimento al Maggiore, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento nel reparto maxillo-facciale. La cronaca dell'accaduto si è rivelata drammatica, soprattutto perchè si è saputo che nessuno, compreso il personale del locale, ha ritenuto di chiamare immediatamente la polizia, avvertita di fatto molto tempo dopo (circa 30/45 minuti), e per opera di un amico del giovane pestato a sangue. Sentitosi provocato dal ragazzo in seguito colpito, il ragazzo protagonista del pestaggio lo ha invitato a fare a botte fuori dal locale. Il ventottenne si è rifiutato, anche perchè era in compagnia della propria fidanzata. La cosa sembrava terminata lì, ma non lo era. Il furbetto della fila si è preparato ad attendere la sua vendetta. Sulla pista da ballo è avvenuto l'agguato, mentre il giovane non pensava più a quanto successo. L'aggressore ha mirato al al volto, poi sono intervenuti altri due, che hanno sferrato pugni anche alla testa per alcuni interminabili minuti. Una amica del ragazzo si è messa in mezzo tentando il possibile, ma non vi è riuscita a causa della corporatura esile. A questo punto sono arrivati i buttafuori, i quali pare abbiano poi riconosciuto uno degli aggressori. Ridotto ad una maschera di sangue, con la mandibola deviata e forse alcuni denti mancanti, il giovane è stato portato fuori, ed alcuni amici hanno chiamato l'ambulanza. Solo dopo un non esiguo lasso di tempo (poichè pensavano lo avesse fatto il locale), gli amici stessi hanno chiamato i carabinieri. I carabinieri hanno avvertito la polizia per competenza territoriale, che di fatto è intervenuta sul posto. Gli aggressori si erano già dileguati e pertanto è scattato l'invito alla denuncia in questura. l'Indomani, la madre ha chiamato le forze dell'ordine e sono partite le indagini.
Luana Cinti, responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna, in merito alla questione ha commentato: “Una vicenda gravissima e dai contorni inquietanti, per la violenza feroce e ritardata con cui gli aggressori hanno pensato di farsi vendetta, e ancora una volta per i motivi tristemente futili che l'hanno scatenata. Un nuovo episodio di quella che siamo ormai abituati a definire “violenza gratuita”, per la quale pare non esserci più motivo di mediazione e dialogo sereno, frapposto all'aggressione come valvola di sfogo. Il messaggio trasmesso è divenuto in molti casi il rifiuto di riconoscere nella sua pienezza e imprescindibilità il valore della vita umana, con la sua dignità inviolabile, tanto che gli occhi e le orecchie di chi assiste o ascolta sono sempre più abituati al peso delle situazioni vissute o riportate. Un comune diverbio tra giovani si è tramutato in una scena da film, nella quale l'affronto è stato immediatamente percepito con odio incalcolabile e da esternare alla massima potenza, di fronte al branco, e meglio se a scoppio ritardato, quando l'effetto è inevitabilmente migliore. Ciò che davvero colpisce, è che non è stato attivato alcun intervento repentino da parte del personale predisposto dal locale, con un inevitabile e imperdonabile ritardo riguardo agli interventi necessari. Come possibile? Era forse meglio tacere l'accaduto nel suo evolversi attendendo che le acque ritornassero presumibilmente chete, e dunque con la speranza che la questione non degenerasse? Come accettare una dinamica del genere? E in quante occasioni si è proceduto in tal modo senza che il fatto venisse registrato con le dovute conseguenze per i responsabili? Si è giocato indubbiamente con l'incolumità di un ragazzo che ha subito un'aggressione in un luogo frequentato da tanti coetanei, e si è persino verificato che una giovane amica della sfortunata vittima tentasse l'impossibile, frapponendosi ai protagonisti del diverbio. Una riflessione sul tema della sicurezza nei locali, sulle normative che la regolano e sul monitoraggio concernente il rispetto delle stesse, con particolare riguardo alle competenze e alle responsabilità effettive di coloro che sono chiamati a tutelarla, è certamente d'obbligo, non si può permettere che l'attesa di qualcuno che chiami rinforzi, e innanzitutto un'ambulanza, diventi la causa scatenante di un dramma”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http:/www.italiadeidiritti.it

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