Sabato 15 marzo la Romana Macinazione, storico mulino romano cui si deve l’invenzione della rosetta, è stato occupato dal Coordinamento 9 dicembre, meglio conosciuto come “popolo dei forconi”. Il movimento ha giustificato il proprio gesto rivendicando una sorta di proprietà collettiva dei cittadini sulla fabbrica, dato che in più occasioni il mulino sarebbe stato beneficiario di sovvenzioni da parte dello stato ed identificando nella vicenda della Romana Macinazione il simbolo del declino del mondo legato alla produzione agricola.
Presente, in loco, il politico civitavecchiese Massimo Mazzarini che ha avuto un ruolo di primo piano nelle trattative che hanno portato ad un felice esito della vicenda. Grazie al suo intervento e ad una lunga discussione tra lui ed il leader dei forconi, Danilo Calvani, Mazzarini ha posto in essere una mediazione che ha consentito lo sgombero pacifico dei locali, senza incidenti con le forze dell’ordine, presenti in gran numero. “Dialogare, ascoltare le ragioni di chi è colpito dalla crisi di un comparto estremamente delicato come l’agricoltura” ha dichiarato Mazzarini, “è doveroso. Le loro ragioni sono le ragioni di onesti imprenditori e lavoratori che si trovano schiacciati dal sistema, esattamente come i lavoratori della Romana Macinazione”.
Soddisfatto della mediazione del Mazzarini anche Franco Bartolomei, membro della segreteria nazionale del PSI ed anch’egli presente durante lo svolgimento della vicenda. “La presenza di Mazzarini è stata provvidenziale” ha dichiarato l’esponente socialista, che ha proseguito: “una mediazione efficace ha disinnescato un clima potenzialmente esplosivo. Comprendiamo le motivazioni del popolo dei forconi e le facciamo nostre, poiché l’agricoltura italiana è tra le prime vittime di un liberismo miope e di un’economia ridotta a speculazione finanziaria. Così come facciamo nostra la preoccupazione per i posti di lavoro dei dipendenti della Romana Macinazione, cui va data velocemente una risposta certa”.