DEPUTATI PD ESTERO: INTERROGAZIONE AL MINISTRO DEGLI ESTERI PER RAFFORZARE E SEMPLIFICARE IL SISTEMA DI PRENOTAZIONE ONLINE DEI CONSOLATI

Il sistema di prenotazione online degli appuntamenti presso i consolati per il normale disbrigo di pratiche amministrative, adottato praticamente in tutto il mondo, salvo sporadiche eccezioni, sta diventando per gli italiani all’estero un inestricabile labirinto o, se si vuole, un perverso gioco dell’oca in cui solo pochi fortunati riescono a toccare il traguardo.

Il sistema adottato dai responsabili della Farnesina era stato presentato in più occasioni come una misura di semplificazione, adatta a mettere ordine nel sovraccarico delle richieste e – aggiungiamo noi – a fronteggiare la diminuzione di personale che si è progressivamente verificata negli ultimi anni. Avrebbe dovuto, in sostanza, facilitare i contatti e, invece, li ha maledettamente complicati, rendendoli quasi impraticabili per le persone meno abituate alle procedure elettroniche e meno dotate di tempo da trascorrere davanti al computer.

In un’interrogazione da noi rivolta al Ministro degli Esteri, ci siamo presi la briga di trascrivere letteralmente le indicazioni date dalla segreteria elettronica del consolato di Londra, spesso indicato come un luogo privilegiato di sperimentazione. Un vero rompicapo, che si conclude beffardamente con queste parole: “Il sistema ’Prenota Online’ sblocca alle ore 23 (ORE UK) la prima data successiva all'intervallo. Stante l'elevata richiesta, i posti disponibili possono esaurirsi in un breve intervallo di tempo a partire dalle 23. Qualora pertanto non si trovino date disponibili nel calendario, è necessario attendere il giornosuccessivo e riprovare”.

Vogliamo dire con assoluta chiarezza che da parte nostra non vi è alcuna chiusura ad una sempre più diffusa e avanzata sperimentazione di sistemi elettronici applicati alle operazioni amministrative. Ma una cosa è la sperimentazione, altra cosa sono i diritti dei cittadini che non devono essere subordinati ai sistemi elettronici. Sono questi che devono essere funzionali all’esaudimento dei diritti, non sostituirli.

Siamo da tempo consapevoli che queste situazioni sono uno dei risultati più evidenti della strada sbagliata che si è imboccata rispetto all’organizzazione dei servizi per i nostri concittadini all’estero. Tra chiusure di consolati, conseguente appesantimento del lavoro in quelli che sopravvivono e diminuzione di personale il meno che possa succedere è che si tenti di ammantare con un velo di modernismo il panorama di macerie che si sta determinando in termini reali nel campo dei servizi. Ma intanto, come chiediamo nella nostra interrogazione, almeno si consenta una reale possibilità di fissare gli appuntamenti con il consolato di Londra e con tutti gli altri esistenti al mondo, rafforzando le procedure, semplificando il sistema e ricorrendo anche a soluzioni alternative. Nello stesso tempo, si usino meglio e di più i Consolati onorari, affidando loro, come fanno tanti altri Paesi, compiti che oggi sono di esclusiva competenza dei consolati ordinari. Una volta tanto, insomma, proviamo dalle persone, dai loro bisogni e dai loro diritti, e non dalla Farnesina.

Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta

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