Sembra che la nuova legge elettorale resista; nonostante i giudizi critici che non sono state risparmiati dal PD che, della normativa in questione, resta uno degli artefici. Per ora, come da scontato copione, non s’è trattato sul voto dei Connazionali all’estero. Crediamo, in ogni modo, che il problema sarà approfondito in “coda”, dopo il “placet” di un Senato che vivrà solo sino alla fine di questa legislatura. Per la Camera, la struttura della Legge Berlusconi/Renzi sembra chiara; anche se la maggioranza dei consensi non è stata “plateale”. Intanto, l’Italia elettorale sarà divisa in 120 Circoscrizioni e l’assegnazione dei Seggi sarà su base nazionale. Nessun voto di preferenza. Per non essere “tagliati fuori”, sono previste tre soglie di sbarramento. Comprese tra il 4,5% e il 12%. Interessante anche il computo del “Premio” di Maggioranza che sarà attribuito al partito, o alla Coalizione, che abbia raggiunto almeno il 37% dei voti. Il “premio” consentirà di conquistare sino a 340 seggi. Ovviamente, alla Camera dei Deputati. Resta la possibilità, come per il passato, delle “multi candidature”. Ogni Candidato potrà presentarsi in ben otto Collegi. La novità, veramente tale, è rappresentata dal “Doppio Turno”. Se, alla prima votazione, nessuno raggiungesse il 37% delle preferenze, si procederà al ballottaggio tra le due Forze Politiche che, al primo turno, hanno raggiunto la percentuale maggiore di consensi. Il “vincitore” potrà assicurarsi un “premio” di 327 seggi. Ora l’Italicum dovrà passare al Senato. Anche se, fatto unico per la storia della Repubblica, il voto di Palazzo Madama sarà l’ultimo della Legislatura. Rammentiamo, infatti, che il Senato dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, essere trasformato in una struttura non elettiva. Restano ancora tutte da definire le posizioni correlate alla Circoscrizione Elettorale Estero che, necessariamente, dovrà essere riesaminata con interventi di natura costituzionale. Ne consegue che anche la rappresentatività dei Connazionali nel mondo potrebbe essere “riscritta”. Non è detto, però, che tutto “scorra” nel modo migliore. Intanto, l’armonia tra FI e PD potrebbe non durare ancora per molto; anche perché, almeno ci sembra, che i rapporti tra FI e NCD non siano, poi, così “normalizzati”. Insomma, il futuro politico dell’Italicum è ancora da giocare. Il futuro potere legislativo nazionale, certamente diverso nei numeri e nei procedimenti d’attuazione delle normative per il Paese, potrebbe anche essere motivo di un Referendum abrogativo. Anche tenuto conto che in materia dovrà anche pronunciarsi la Suprema Corte di Giustizia. Sull’ Italicum, al momento, ci sono più”ombre”, che “luci”.
Giorgio Brignola