Lo affermano i parlamentari calabresi M5S Dalila Nesci, Federica Dieni, Nicola Morra e Paolo Parentela, ricordando che al Senato c’è un’interrogazione di Morra sul silenzio imposto al quotidiano “L’Ora della Calabria” circa l’inchiesta sul figlio del senatore Gentile.
I quattro parlamentari proseguono: «Renzi è diventato presidente del Consiglio con una mossa di palazzo. Poi ha mostrato la sua vera funzione, quella di garante di una banda di potere vecchia, marcia e responsabile dello sfascio delle istituzioni e della conseguente precarietà dei giovani». «Con suo fratello Pino, Antonio Gentile – continuano i parlamentari Cinque Stelle – è in politica da un trentennio, nel quale è sempre stato incollato a poltrone e con piglio famelico, protagonista di una stagione politica fallimentare, fondata su un assistenzialismo esteso e sull’esclusione, nei fatti, della dignità delle persone».
Nesci, Dieni, Morra e Parentela continuano: «L’inchiesta sull’Asp di Cosenza sta mostrando gli aspetti più ributtanti del sistema di potere del nuovo sottosegretario, sorretto politicamente dal ministro Angelino Alfano. Renzi non doveva nominarlo, specie dopo la gravissima vicenda del giornale “L’Ora della Calabria”, non uscito per pressioni atte a impedire la diffusione della notizia dell’indagine sul figlio di Antonio Gentile».
I parlamentari M5S concludono: «La scelta di Renzi è la prova della sua dimestichezza con le spartizioni dei partiti, che Leonardo Sciascia definiva “fratellanze, specie di sette”».
—
Dalila Nesci
Cittadina 5 stelle – Deputato XVII Legislatura
Eletta nella Circoscrizione Calabria
Mobile: 342 863 77 06