Renzi liquida Letta e propone patto di legislatura fino al 2018. Premier domani al Colle per le dimissioni

Come ampiamente annunciato c'è stata la resa dei conti alla direzione nazionale del Pd che con 136 voti favorevoli su 154 ha approvato la mozione del segretario che decreta la fine dell'esecutivo Letta. “La direzione di oggi non è un processo al governo” ha detto Renzi aprendo l'incontro, ma un momento per capire “se possiamo procedere verso una direzione nuova”. “Non si tratta – ha proseguito – di staffetta o non staffetta. Staffetta è quando si va nella stessa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo”. Il segretario ha ringraziato Letta “per il lavoro svolto” ed ha proposto di “uscire dalla palude” attraverso “un nuovo governo che abbia come obiettivo il 2018 e le riforme”. L'attuale premier, che non ha partecipato alla direzione, domani salirà al Colle per presentare le dimissioni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Voto suggestivo ma non risolverebbe problemi – “La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino”. Ma “ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria”. Avrebbero un “valore purificatore” ma “in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese” ha detto il segretario proseguendo il suo discorso.

Nuovo governo con obiettivo 2018 e riforme – “L'altra, quella di un nuovo governo, è una scelta azzardata ma può avere senso se hai il coraggio di dire alle realtà europee che l'obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente” ha detto Renzi illustrando le due opzioni davanti al Pd. “Non è un derby caratteriale quello che chiede di cambiare strada, è semplicemente la buona regola della politica” ha proseguito.

Pd deve rischiare e prendersi responsabilità – “Mettersi in gioco adesso ha un elemento di rischio personale. Ma chi fa politica ha il dovere di rischiare in alcuni momenti. Vale anche per me. Ma questo non è un rischio personale, è il rischio del Pd che deve prendersi la responsabilità di ciò che sta accadendo” ha detto il segretario. “Potrebbe aspettare e non rischiare ma in 20 anni non si sono fatte le cose. O il Pd ha un protagonismo forte o il cambiamento è solo a parole”.

Usciamo tutti insieme dalla palude – “Se l'Italia chiede un cambiamento radicale o questo cambiamento lo esprime il Pd o non lo farà nessuno. Vi chiedo tutti insieme di uscire dalla palude” ha detto Renzi. “Lo sport preferito degli ultimi giorni è dire che è tutta colpa del Pd ma oggi dobbiamo decidere e dalle forze di coalizione ci si chiede che il Pd assuma le sue responsabilità” ha aggiunto il segretario proponendo il patto di legislatura fino al 2018.

I big del partito tutti con Renzi, unico contrario Civati – “Ringrazio molto Enrico Letta ma questa accelerazione è necessaria ” ha detto nel suo intervento il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda. A favore della svolta chiesta da Renzi anche il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e Gianni Cuperlo. Ha espresso invece un giudizio negativo l'altro sconfitto delle primarie Pd, Pippo Civati, secondo cui quella che si sta prendendo “è una decisione avventata e pericolosa”. L'ex viceministro all'economia, Stefano Fassina, ha invece chiesto a Letta “un ultimo atto di generosità verso il partito”. Gli esponenti lettiani presenti in direzione hanno lasciato la sala per non partecipare al voto sul documento che sfiducia l'esecutivo

Letta domani al Colle per rassegnare le dimissioni – Enrico Letta non ha partecipato alla direzione ma ha ascoltato il discorso di Renzi nel suo studio a Palazzo Chigi dove è stato raggiunto da Angelino Alfano e i ministri di Ncd (Lupi, Quagliariello e Lorenzin). Poco dopo la conclusione delle votazioni della direzione Pd ha annunciato che venerdì salirà al Colle per presentare le proprie dimissioni al Capo della Stato Giorgio Napolitano.

Sc plaude a Renzi, Fi e M5S chiedono passaggio in aula – “La relazione di Renzi ci ha dato una risposta molto importante. Chiedevamo chiarezza al Pd e chiarezza abbiamo avuto, soprattutto sulla linea di radicale cambiamento di cui c'è bisogno” ha affermato Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica. “I governi si devono sfiduciare alle Camere” ha invece commentato Gianroberto Casaleggio del M5S. Sulla stessa linea d'onda Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che chiede al presidente della Repubblica di “parlamentarizzare la crisi”. Silvio Berlusconi incontrerà questa sera i big del suo partito per fare il punto della situazione politica.

13 febbraio 2014

Redazione Tiscali

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