Tre interrogazioni parlamentari (di cui una in Commissione Affari sociali), numerose iniziative politiche tra cui un incontro al Ministero della salute: si tratta dell’impegno che ho profuso in questa prima parte della XVII Legislatura per promuovere una migliore tutela sanitaria a favore dei cittadini italiani residenti all’estero.
Spero sinceramente che le mie sollecitazioni e le mie proposte possano rappresentare un piccolo contributo affinché finalmente si abbozzi uno schema di una riforma complessiva della normativa che disciplina l’assistenza sanitaria degli emigrati.
Ho evidenziato al Parlamento e al Governo italiani che il sistema normativo e applicativo della tutela sanitaria a favore dei cittadini italiani residenti all’estero, soprattutto per coloro i quali rientrano per soggiorni temporanei in Italia è un labirinto di norme succedutesi nel tempo, di leggi e decreti legge lacunosi e frammentari, di interpretazioni arbitrarie, di pratiche diversificate da Regione e Regione ma soprattutto di insufficienza e di incertezza del diritto. Il Governo mi ha risposto informandomi che in merito all'estensione soggettiva dell'assistenza sanitaria rispetto al vigente quadro normativo, il Ministero della Salute, insieme con le altre Istituzioni coinvolte, ha già avviato approfondite riflessioni per attuare una rivisitazione della ormai datata normativa sull'assistenza agli italiani residenti all'estero.
Nello specifico, ecco le questioni che ho sollevato:
a) ho chiesto l’estensione della copertura sanitaria prevista dal Decreto 1° febbraio 1996 anche ai cittadini italiani nati all’estero (magari solo ai figli di cittadini italiani nati in Italia e poi emigrati). Il Decreto garantisce attualmente le prestazioni ospedaliere urgenti a titolo gratuito e per un periodo massimo di 90 giorni nell’anno solare solo ai cittadini italiani residenti all’estero (in Paesi con i quali l’Italia non ha stipulato accordi sanitari) a condizione che siano titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani o aventi lo status di emigrato e qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per tali prestazioni sanitarie – è necessario garantire certezza del diritto all’assistenza sanitaria e uniformità di applicazione sul territorio;
b) ho chiesto l’estensione della copertura sanitaria prevista dal Decreto 1° febbraio 1996 da 90 a 180 giorni per le cure ospedaliere urgenti ma anche il diritto all’accesso completo ai servizi di assistenza sanitaria della località in Italia in cui gli emigrati e le loro famiglie si trovino durante il periodo di soggiorno temporaneo;
c) ho chiesto la stipula di accordi bilaterali in materia di assistenza sanitaria con Canada e Stati Uniti che prevedano una totale o parziale copertura per le cure ospedaliere urgenti dei cittadini dei Paesi contraenti che si rechino temporaneamente nell’altro Paese – per lavoro, studio o turismo – e che siano sprovvisti di copertura pubblica o privata, per evitare così salassi economici a coloro i quali dovessero avere bisogno urgente di cure sanitarie all’estero;
d) ho chiesto di interpretare in maniera chiara l’articolo 19 della Legge n. 833/1978 che al primo comma stabilisce che le ASL erogano ed assicurano a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie e all’ultimo comma garantisce agli emigrati che rientrino temporaneamente in Italia il diritto di accedere ai servizi di assistenza della località in cui si trovano (si dovrebbe desumere per induzione logica alle condizioni di tutti i cittadini italiani!!!);
e) ho chiesto di ipotizzare nel quadro di una legge di riforma della normativa che disciplina l’assistenza sanitaria a favore dei cittadini italiani residenti all’estero una struttura “appoggiata” al Servizio sanitario nazionale destinata ai cittadini italiani iscritti all’AIRE e costituita da un complesso di tutele e di funzioni specifiche.
Il Governo si è impegnato a valutare con attenzione le questioni sollevate per arrivare, finalmente, a una riforma dell’assistenza sanitaria a favore dei cittadini italiani residenti all’estero che possa soddisfare le ragionevoli aspettative di giusta tutela dei nostri connazionali.