IL PROGETTO

Tra sceneggiate parlamentari da avanspettacolo e battute senza tempo, l’iter della nuova legge elettorale inizia il suo esame da parte di un Potere Legislativo destinato ad essere completamente revisionato; nei numeri e nelle finalità politiche. Da quanto è emerso, ma il quadro potrebbe ancora cambiare, il sistema “bicamerale”, come lo conosciamo, dovrebbe essere sostanzialmente modificato. Il Senato potrebbe essere sostituito dalla Camera delle Regioni (Prima Camera). Il numero dei suoi membri sarà ridotto e costituito dai Presidenti delle Regioni; senza un’elezione diretta. Per i Membri della Prima Camera (ex Senato) non sarà previsto nessun particolare emolumento. Resterà il trattamento economico previsto per il loro ruolo d’amministratori.

Il Potere Legislativo andrà alla Seconda Camera (oggi Camera dei Deputati), con un meccanismo che non è stato ancora chiarito. Per le eventuali modifiche costituzionali e per l’elezione del Capo dello Stato, le due Camere avranno compiti comuni.

Nel caso che la reale normativa includesse questi contenuti, il “bicameralismo” perfetto, che ci ha accompagnato dal varo della Repubblica, andrebbe in pensione. Stessa sorte subirebbe la nomina dei Senatori a vita.

Nella frenesia della discussione, che è appena iniziata, resta da chiarire come andrà ad essere gestita la Legge 459/2001; quella del voto dei Connazionali all’estero. Già da ora, ci chiediamo che fine faranno i 18 Parlamentari previsti per la Circoscrizione Elettorale Estero.

Se l’aritmetica non è un’opinione, i sei Senatori di pertinenza dovrebbero sparire. Per i 12 Deputati ( Seconda Camera) il meccanismo potrebbe essere conforme a quello che sarà adottato in Patria. In tutti i casi, dovrebbero essere ridistribuiti i candidati nelle 4 Ripartizioni Geografiche nelle quali è suddivisa la Circoscrizione Elettorale Estero ( dipenderà dall’introduzione di un meccanismo maggioritario o misto).

Non è neppure da escludere, però, la cancellazione della Legge ordinaria 459/2001. In quest’ipotesi, neppure tanto peregrina, il voto politico, come quello referendario, troverà una sua ragione in più per essere proposito in funzione della cittadinanza dell’elettore e non dalla sua residenza oltre confine.

Giorgio Brignola

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