La legge elettorale è una prerogativa del Parlamento ed il Segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ben ha fatto a discuterne con tutti gli altri segretari di partito, compreso con Silvio Berlusconi, per individuare uno schema comune da presentare alle Commissione degli Affari Costituzionali. Sono pertanto apparsi strumentali gli attacchi rivolti a Renzi perché ha individuato in Berlusconi l’interlocutore principale con cui impostare la legge elettorale. I molti hanno dimenticato che Silvio Berlusconi, pur condannato, è il leader dell’opposizione e che Beppe Grillo si è tirato fuori dalla discussione lasciando ai militanti del Movimento 5 Stelle di scegliere attraverso referendum online la legge elettorale e pertanto se tutto procederà senza intoppi solo per fine febbraio conosceremmo la legge elettorale preferita dai pentastellati. Attualmente l’accordo presentato prevede: Soglia del 35% per ottenere il premio di maggioranza,eventuale doppio turno, liste bloccate ecc.. Inizialmente il dissenso è stato solo per il listino bloccato che si è manifestano come da destra anche da sinistra. Oggi invece investe anche la soglia del 35% perché è ritenuta da numerosi costituzionalisti troppo bassa per assegnare il premio di maggioranza. Dissenso raccolto anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha invitato Matteo Renzi di proporre a Silvio Berlusconi di innalzare la stessa dal 35% al 38%. La proposta inizialmente accettata e poi respinta potrebbe mettere repentaglio la riuscita della riforma elettorale. Non a caso il Segretario del Pd sta alzando il tiro, minacciando il ritorno all’urne in concomitanza con l’elezioni Europee. Al riguardo nelle prossime ore la Commissione Affari Costituzionali vaglierà l’ammissibilità dei 300 emendamenti proposti. Se non ci saranno clamorosi stop, l’inizio dell’esame nell’aula della Camera avverà il 30 gennaio: ciò è quanto emerso dalla riunione dei capo gruppi di Montecitorio.
