Milano. “Stiamo vivendo un nuovo Medio Evo, con i fondi che sono sovrani, con chi ti può rovinare con il clic di un mouse: è una mostruosità; ci sono persone ricche che non vivono in un contesto sociale e sono l’uno per mille, mentre gli altri sono orpelli riportati allo stato di schiavitù”.
È la denuncia economica di Eugenio Finardi fatta alla presentazione del suo nuovo album per Universal Music Italia intitolato “Fibrillante”, che è sviscerata nel brano “Me ne vado” che è stata l’occasione giusta per riunire sotto lo stesso album Eugenio e Patrizio Fariselli, a distanza di trentasei anni da “Diesel”.
“Fibrillante” è il primo album di inediti in italiano che Finardi pubblica dopo quindici anni.
“È stato un periodo di crescita e allargamento di orizzonti – ha confessato – Alla fine mi sentivo come agli arresti domiciliari nel cantare le solite trenta canzoni e dopo trent’anni anni di questa vita, mi sono stufato, sentivo di avere esaurito un periodo e volevo esplorare altre vie. Non sono credente ed é così che mi avvicino al mio assoluto cosmo”.
Finardi è deluso di una stagione che é destinata a chiudersi.
“Ci vorrà uno capovolgimento globale, molto forte, deciso, con un cambio di rotta e di mentalità – ha sottolineato – La democrazia si è ristretta rispetto agli anni sessanta, quando ero un giovane adulto e c’era una torta, un cerchio che andava dall’estrema destra di Rauti al Psiup e al Manifesto; c’erano tante colorazioni politiche possibili, ma ora è rimasta una piccola torta centrista, un pensiero liberista terribile e pessimo come il fascismo e lo stalinismo. La globalizzazione é unita al liberismo e con il profitto si giustifica tutto ma bisogna tornare all’umanesimo a mettere al centro l’essere umano”.
“Fibrillante” è un titolo non certo casuale.
“È una condizione medica – ha spiegato – Ho voluto titolare così questo mio disco dopo una tempesta tiroidea perché ero ipotiroide, avevo la toroide che andava a mille, con dimagrimenti, tremori, delirio maniacale e altri effetti collaterali; mi è andato in fibrillazione il cuore, proprio come il suono dei primi dischi incisi a metà degli anni settanta per la gloriosa Cramps, pulsante, nervoso, irregolare, libero, che ho scritto e suonato nella lingua di oggi”.
Il disco é rock e arrabbiato.
“Ci sono momenti in cui ti viene la rabbia per il periodo che stiamo attraversando – ha fatto notare – Questo lavoro non parla solo di me: mi sono ispirato da molto di ciò che vedo intorno, molto diverso da come stavo vivendo. “Cadere sognare” è nata dopo un concerto tenuto in Sardegna quando un uomo disperato perché senza lavoro mi ha profondamente colpito con il suo grido di dolore e di aiuto. È la cronaca della realtà e parlo dei disoccupati”.
Eugenio Finardi ha realizzato un disco dalle due facce.
“Due aspetti lo caratterizzano – ha precisato – Una parte é legata alla realtà dei tempi, l’altra a momenti più intimi, con brani al femminile; sono tornato a fare un disco politico ma anche personale, della mia età e non giovanilista perché non faccio il ragazzino. C’e una visione delle donne in “Lei si illumina” poiché riescono a mantenere la loro luce interiore, la bellezza di chi ha questo calore interno”.
Dopo la poco convinta partecipazione a Sanremo 1998, Finardi ha escluso un suo ritorno come concorrente, ma come ospite sì. Fabio Fazio è avvisato.
In primavera Finardi ritroverà il contatto con i suoi fans in un tour nei palasport con concerti in cui si tufferà nel passato ed esplorerà il suo presente musicale.
(Franco Gigante)