Discriminati e abbandonati, così si sentono i cittadini italiani residenti in Messico o rientrati in Italia dopo un periodo di emigrazione in quel Paese, che mi scrivono e mi chiamano per chiedermi di incalzare Governo e Parlamento italiani al fine di pervenire finalmente alla stipula della convenzione di sicurezza sociale tra i due Paesi.
Ho proprio presentato in questi giorni un’interrogazione ai ministeri competenti per sensibilizzarli su questa questione che è una delle più sentite dai nostri connazionali che vivono in Messico (o che sono rientrati in Italia) e dai tanti cittadini messicani che vivono in Italia.
Nella mia interrogazione stigmatizzo che in effetti da anni è sospesa l'attività dello Stato italiano per garantire ai cittadini italiani residenti all'estero una adeguata tutela socio-previdenziale in regime internazionale. Fino agli anni 2000 l'Italia aveva assicurato un buon livello di tutela ai lavoratori emigrati all'estero con la stipula di numerose convenzioni multilaterali e bilaterali di sicurezza sociale. Tuttavia il sistema di tutela previdenziale in regime internazionale costruito nel corso degli anni dall'Italia non è purtroppo completo, perché numerosi Paesi di emigrazione italiana sono rimasti esclusi come il Messico dove risiedono quasi 15.000 cittadini italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) e un numero elevato di cittadini non ancora iscritti tra i quali molti giovani recentemente emigrati dall’Italia. Sono altresì residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno quasi 6.000 cittadini messicani e migliaia di ex emigrati italiani in Messico rientrati nel territorio della nostra Repubblica.
La stipula di un accordo di sicurezza sociale con il Messico consentirebbe ai lavoratori italiani i quali possono far valere contributi previdenziali in Messico e in Italia e che, per varie ragioni, al compimento dell'età pensionabile non sono in grado di maturare un diritto previdenziale autonomo per insufficienza contributiva, di attivare il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati nei due Paesi contraenti e perfezionare così il diritto a un pro-rata (quota parte di pensione) e quindi di utilizzare proficuamente contributi che altrimenti rimarrebbero inutilizzati.
La consistenza della presenza di cittadini italiani in Messico e di cittadini messicani in Italia privi di tutela previdenziale in convenzione, impone, se lo si ritiene un dovere di un Paese civile, la stipula di una convenzione bilaterale di sicurezza sociale che tuteli adeguatamente questi lavoratori nell'ambito socio-previdenziale, anche per evitare che i lavoratori immigrati in Italia rappresentino un onere per il nostro Stato, richiedendo all'Inps, al compimento dell'età prevista, l'erogazione dell'assegno sociale che dovr à essere concesso in mancanza di una prestazione erogata dal Paese di provenienza.
Ho evidenziato nella mia interrogazione che sono numerose e pressanti le richieste di questi cittadini privi di tutela e a rischio di non poter utilizzare i contributi versati sia in Italia che in Messico ai fini del perfezionamento di un diritto previdenziale, e ho chiesto che il Governo italiano si adoperi per assicurare loro gli stessi diritti garantiti ai lavoratori italiani emigrati in Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela o in altri Paesi di emigrazione italiana con i quali l’Italia ha già stipulato un accordo bilaterale di sicurezza sociale.
Nella passata legislatura il Ministero del lavoro e delle politiche sociali aveva evidenziato come la tematica della sicurezza sociale negli accordi internazionali è stata oggetto di approfondite analisi anche a livello interministeriale (Ministero degli affari esteri, Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della salute, Inps) ove sarebbero emerse alcune problematiche di complessa soluzione che riguardano, in particolare, la difficoltà nel quantificare con certezza tutti gli oneri finanziari derivanti da tali atti internazionali e la relativa incidenza sul bilancio dello Stato.
Ma in realtà, come rilevato dagli stessi ministeri competenti, i benefici che deriverebbero dalla vigenza di un accordo di sicurezza sociale con il Messico sarebbero fruiti non solo dai lavoratori ora privi di tutela ma anche dalle imprese italiane che sono interessate ad evitare la doppia contribuzione (in Italia e all'estero) al fine di migliorare la propria competitività sul piano internazionale rispetto alle imprese di altri Paesi che invece beneficiano di analoghe convenzioni;
Insomma dalla vigenza di un accordo con il Messico in materia di sicurezza sociale deriverebbero benefici, in termini di reciprocità, calcolabili sotto il profilo della tutela previdenziale dei lavoratori, nonché di aumento dei redditi e della competitività delle imprese.
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