La responsabile dell'Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “L'ascolto delle problematiche è imprescindibile, così come la necessità di un confronto tra le parti che sia alla base di un piano di intervento solidale e concordato, per mezzo del quale poter identificare strategie possibili di risoluzione delle maggiori criticità emerse. D'altra parte, gli utenti del Servizio Sanitario vanno tutelati appieno, garantiti nel normale accesso ai servizi, tanto in mancanza di condizioni gravi di salute, quanto di fronte ad emergenze o presunte tali”
Bologna, 16 gennaio 2013 – Presso Il Centro Unico di Prenotazione Cup 2000 non si risolvono le criticità. La società è infatti al centro di una situazione già da tempo non rosea, aggravata dalle vicende degli ultimi giorni. Il Direttore generale del Cup, Mauro Moruzzi, ha deciso di avviare una indagine interna e ha nel contempo annunciato provvedimenti finalizzati a “tutelare il diritto dei cittadini ad usufruire dei servizi di accesso anche in presenza di astensioni sindacali dal lavoro”. Dunque le assemblee sindacali promosse da Cup hanno creato problemi alla normale erogazione dei servizi alla persona, tanto che una cittadina bolognese ha scritto una lettera di protesta riportata poi dallo stesso direttore Moruzzi sul suo blog, con il titolo “I servizi del Cup non possono essere interamente interrotti da scioperi o assemblee sindacali”. La motivazione dell'intervento della donna trae origine dalla decisione, in data 8 gennaio 2013, di indire una assemblea da parte degli operatori del Cup, all'interno del Padiglione 17 dell'Ospedale Sant'Orsola, dalle 11 alle 15. La Signora ha raccontato che era in fila, in attesa di pagare una prestazione sanitaria che le avrebbe consentito l' accesso, col figlio di quattro anni sospettato di polmonite, al reparto di radiologia. I tempi di attesa hanno purtroppo iniziato a dilatarsi oltre il dovuto, e dopo un'ora, ha proseguito la mamma, si è assistito alla “chiusura di tutti gli sportelli e ai commenti sgarbati e sprezzanti degli operatori Cup”. Di fatto, non avendo potuto pagare la prestazione, non è stato possibile entrare in radiologia. Il resoconto prosegue con il racconto della necessità, per poter comunque effettuare l'esame radiologico, di rivolgersi al Pronto Soccorso. Anche in questo caso le difficoltà non si sono attenuate, in quanto “al Pronto Soccorso eravamo solo un codice bianco e, necessitando solo di una lastra, abbiamo spettato, fra tutto, sette ore”. La donna ha concluso il suo discorso affermando: “Non è però diritto di un lavoratore, nell'esercitare il proprio diritto, ledere il diritto altrui di accedere alle cure mediche”. Mauro Moruzzi ha dato pienamente ragione a questa mamma, ribadendo di aver posto in essere “una indagine sull'accaduto riferita al comportamento del personale dipendente da Cup 2000”. Il direttore ha quindi annunciato che d'ora in avanti “non saranno più tollerate interruzioni totali di servizio”.
Luana Cinti, esponente dell'Italia Dei Diritti e responsabile per l'Emilia Romagna, ha in merito dichiarato: “Il diritto di far sentire la propria voce come corpo unito di lavoratori dipendenti di una società come Cup2000, e la volontà di portare avanti in modo legittimo, anche per mezzo di assemblee sindacali, richieste inerenti la propria non soddisfacente condizione professionale, non vanno fraintesi come strumento attraverso il quale disporre autonomamente, e senza controllo, dei servizi offerti al cittadino nei diversi settori e delle prestazioni rivolte nello specifico alla cura e al benessere della persona. In questo particolare, delicato e indubbiamente lungo periodo critico da noi tutti attraversato, portatore generalizzato di problematiche alle famiglie, e al contrario flebili certezze riguardo il futuro anche prossimo della maggioranza, gli scioperi, e la condivisione di idee contrapposte alla realtà vissuta, che di volta in volta si traducono in assemblee e manifestazioni dai tratti più o meno accentuati, sono all'ordine del giorno, sostenuti e favoriti dal disagio, dal desiderio di capire per cambiare quanto prima il corso distorto delle cose. L'ascolto delle problematiche è dunque imprescindibile, così come la necessità di un confronto tra le parti che sia alla base di un piano di intervento solidale e concordato, per mezzo del quale poter identificare strategie possibili di risoluzione delle maggiori criticità emerse. D'altra parte, gli utenti del Servizio Sanitario vanno tutelati appieno, garantiti nel normale accesso ai servizi, tanto in mancanza di condizioni gravi di salute, quanto di fronte ad emergenze o presunte tali. Di casi come questo appena riportato, del bambino in attesa di eseguire delle lastre per scongiurare il pericolo di una polmonite, e poi costretto a rivolgersi al Pronto Soccorso, non può e non deve essere considerato la normalità, ovvero parte integrante di un sistema che da un momento all'altro interrompe il proprio funzionamento, ostacolando, o peggio bloccando il regolare svolgimento delle attività nell'ambito di un dato settore, e senza che l'utente ne abbia alcuna consapevolezza o colpa. Dunque il monitoraggio accurato e mirato da parte di chi ha la responsabilità di sorvegliare e coordinare la regolarità del lavoro dei propri dipendenti, insieme al dialogo voluto e incentivato tra i suoi protagonisti, dovranno essere favoriti e resi sempre più la norma, per evitare che il disagio ingigantisca pericolosamente la sua portata, con conseguenze immediate ed evidenti per tutti, oltre alla difficoltà di arginare una situazione che tenderà a divenire ingestibile”.
Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna