La responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna: “Nella storia del Professore di Religione entra sicuramente in gioco un aspetto particolare e altrettanto drammatico che bisognerà indagare più a fondo e sicuramente considerare, ovvero quello di una condizione personale e professionale altamente incerta, che ha covato fino ad esplodere esplicitandosi in un gesto gravissimo e dai più inaspettato”
Bologna, 23 dicembre 2013 – Insegnava Religione a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, presso l'Istituto tecnico commerciale Caduti della Direttissima. Il suo nome era Paolo Prisco, originario di Aversa, ed aveva 39 anni. La notizia del folle gesto di cui si è reso responsabile è immediatamente stata ripresa dai media, poichè in provincia di Caserta, ha colpito gravemente la moglie con decine di coltellate e si è in seguito lanciato dal balcone morendo sul colpo. Nonostante la delicata situazione, la vittima non è in pericolo di vita, ma resta ricoverata all'Ospedale Moscati di Aversa. La storia è anche quella di un insegnante precario che accettava supplenze in giro per l'Italia. Si apprende che i due coniugi erano separati da circa un mese e Prisco era da poco tornato a casa per le Feste. Tutto ciò che resta di lui tra le mura della scuola nella quale svolgeva la propria attività di docente è il lenzuolo bianco che i suoi studenti hanno affisso all'esterno dell'edificio: “Ti ricordiamo per quello che eri…Addio Prof”.
Luana Cinti, esponente dell'Italia Dei Diritti e responsabile per l'Emilia Romagna, in merito ha commentato: “Una vera tragedia, una storia certamente complessa, che, come sempre accade, chiama necessariamente in causa elementi diversi sui quali è bene soffermarsi, per evitare di elaborare con troppa facilità idee distorte o incomplete sulla vicenda. Quel che nell'immediato colpisce è l'esito drammatico di un ennesimo atto di barbara violenza nei confronti di una donna, che purtroppo si accompagna, anche in questi giorni, ad altre notizie riportate dalle cronache, che ci raccontano di donne minacciate, sottoposte ad atteggiamenti da stalking da parte dei propri ex compagni, o uccise. E' del 21 dicembre la notizia dell'arresto di un trentunenne di origine marocchino che a Bologna ha minacciato la propria ex compagna italiana di 47 anni di scioglierla nell'acido dopo averla perseguitata con pedinamenti e telefonate per parecchio tempo. Non si può dunque tacere, ma al contrario favorire ed incentivare l'allerta continua da parte di tutti sul tema, la volontà di tenere alta la guardia sullo scottante tema della violenza nei confronti delle donne e sulle terribili conseguenze riguardo alla persona, sulla sua serenità e stabilità emotiva, che si insinuano sottili e altrettanto pericolose laddove si alimenta la paura delle aggressioni fisiche e verbali, dei ricatti morali e delle verosimili minacce di morte, e dove si percepisce flebile l'intervento efficace e concreto di chi impegnato a tutelare, con interventi via via più mirati, i diritti delle donne in difficoltà e di quante ogni giorno potrebbero trovarsi coinvolte in situazioni di pericolo. Nella storia del Professore di Religione entra sicuramente in gioco un aspetto particolare e altrettanto drammatico che bisognerà considerare e indagare più a fondo, ovvero quello di una condizione personale e professionale altamente incerta che lo accomuna a tantissime altre persone in questo particolare momento, il quale ha covato fino ad esplodere esplicitandosi in un gesto gravissimo e dai più inaspettato. Immaginabili difficoltà economiche, mancanza di garanzie o deboli prospettive per il futuro, una vita sentimentale dall'esito negativo, con tutte le difficoltà correlate, hanno per forza di cose contribuito ad approfondire il quadro di un forte malessere che ad un certo punto è esploso in tutta la sua tragicità, lasciando dietro di sè due vittime, di cui, ancora una volta, una assolutamente innocente e inconsapevole”.
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