In questi giorni abbiamo apprezzato la particolare illuminazione natalizia che si snoda lungo l'intera Via del Corso; tuttavia, come portavoce di cittadini costretti ad affrontare gli effetti della crisi economica, non posiamo non sollevare dubbi in merito ai costi che tali esibizioni comportano a carico delle casse Capitoline.
Dai quotidiani apprendiamo che l'impegno economico si attesterebbe attorno agli 800.000 ?, dei quali solo una parte (sembra circa 200.000) a carico di Roma Capitale ed il resto a carico di sponsor privati. Vero è che se tali privati si rivelano essere le aziende municipalizzate, è evidente che la sostanza, rispetto alla fonte del finanziamento, non cambia. Peraltro, vale la pena ricordare che mentre sulla Piazza del Campidoglio è stato installato un albero natalizio la cui illuminazione deriva da una fonte di energia “pulita” (la bicicletta/generatore), pochi metri sotto Roma Capitale spende fior di soldi per i 60 kw necessari ad illuminare questa bandiera di luci… Di tali questioni ce ne occuperemo comunque in sede di Commissione Revisione della Spesa che già nei prossimi giorni approfondirà il tema.
Rimaniamo però perplessi di fronte alle esternazioni di altre parti politiche che sostengono, errando, che siffatta illuminazione corrisponderebbe alla bandiera rainbow e sarebbe un segno tangibile del supporto di Roma Capitale alla cultura dei diritti lgbt. Queste affermazioni evidenziano una grave inesattezza: il numero e la disposizione dei colori delle luminarie richiamano la bandiera arcobaleno della PACE (del resto anche l'albero in Piazza Venezia è decorato con luci e scritte di pace). La differenza, benché minima, è sostanziale: Roma non diventa la Capitale dei Diritti delle persone lgbt solo per alcuni costosi fili colorati appesi in Centro, tanto più se questi fanno riferimento ad un altro argomento.
Riteniamo positivo il messaggio che Roma Capitale lancia con questa iniziativa, in piena coerenza con il ripudio della guerra contenuto dell'art. 11 della Costituzione (ricordiamo a tal fine il forte impegno dei nostri portavoce contro il rifinanziamento delle missioni militari, impegno peraltro non condiviso dai parlamentari eletti nelle fila del Partito democratico, partito di maggioranza nell'attuale giunta capitolina). Tuttavia il M5S Roma, pur ritenendo importante la forza evocativa dei simboli, considera molto più importanti i contenuti e, soprattutto, l'onestà intellettuale verso i cittadini che, di fatto, sostengono tutte le spese!
Affinché Roma diventi capitale dei diritti, chiediamo con vigore che sia approvata la deliberazione relativa al Registro delle Unioni Civili prima di Natale e che siano poste in essere efficaci misure di prevenzione e contrasto, a partire dall'ambiente scolastico, di tutti i fenomeni di emarginazione e violenza che trovano la loro assurda motivazione nella discriminazione di genere e di orientamento sessuale. Vorremmo che Roma Capitale spendesse i fondi del proprio bilancio non tanto per gli emblemi quanto per le azioni concrete.
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