PENSIONI DA VERGOGNA

Con l’avvicinarsi dei consuntivi di un anno tragico, su una realtà siamo certi: le pensioni in Italia, di fatto, non sono state rivalutate e continueranno a perdere, progressivamente, il loro potere d’acquisto. In numerosi Paesi UE ( vedi Germania, Francia, Olanda ) è prevista un’esenzione fiscale di base (IRPEF) che varia dal 25% al 40%. ( Importi annui imponibili non superiori ad Euro 40.000 ). Ne consegue che il carico fiscale, di qualsiasi natura, è calcolato sul reddito rimanente. Con conseguente maggiore liquidità sui vitalizi. Un meccanismo razionale che conferma, tra l’altro, l’arretratezza del nostro sistema previdenziale. Almeno sotto il profilo impositivo.

Da noi, tanto per intenderci, nessuno si è guardato dal prospettare un simile procedimento in occasione della riforma del sistema previdenziale. Dato che nel Bel Paese il numero dei pensionati è in progressivo aumento, ed i trattamenti vitalizi non tengono sufficientemente conto degli aumenti del costo della vita, abbiamo ritenuto interessante riportare la notizia; anche per ridimensionare le “illusioni” di chi ci legge dall’estero ed è anche titolare di una pensione liquidata dal Bel Paese. Con la prospettiva che, diminuendo i contributi previdenziali, soprattutto per mancanza di lavoro subordinato, non è detto che le pensioni di vecchiaia siano liquidate in eterno. Un problema che, certamente, coinvolgerà l’attuale generazione di lavoratori e quelle a venire. Sempre che, nel frattempo, non maturi l’opportunità d’offrire maggiore sicurezza economica a chi ha lavorato una vita.

Essere in UE significa, secondo noi, anche provare ad unificare, almeno progressivamente, i meccanismi socio/previdenziali. Soprattutto perché le necessità umane, al tramonto della vita, sono le stesse e non solo in area UE. Dato che in Italia così non è, invitiamo i lettori pensionati, e chi ha ancora la “fortuna” di lavorare nella Penisola, a riflettere su quanto abbiamo riportato. Confermiamo la nostra disponibilità nel prendere a cuore l’evidenziazione di un riconoscimento tanto disatteso in questo Bel Paese.

Giorgio Brignola

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