Maryam Rajavi partecipa ad una sessione del Senato belga

I parlamentari si rivolgono al governo belga perché intraprenda delle azioni per salvare le vite degli ostaggi di Ashraf e garantire sicurezza a Camp Liberty
– Il silenzio e l'immobilismo degli U.S.A., dell'ONU e dell'UE rispetto al massacro di Ashraf ed al destino degli ostaggi nelle mani di Maliki, prepara il terreno ad un'altra catastrofe per i residenti di Liberty
– Fino a che i mullah non interromperanno completamente l'arricchimento dell'uranio, firmeranno il Protocollo Integrativo ed implementeranno le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la chiave per arrivare alla bomba è nelle loro mani
Martedi 3 Dicembre, in una sessione del Senato belga tenutasi con la partecipazione dei parlamentari di tutto il paese Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, si è rivolta ai parlamentari e ai senatori belgi perché difendano i diritti e le libertà dei membri della resistenza a Liberty ed ha chiesto al governo belga di intraprendere una azione a livello dell'Unione Europea per costringere il governo iracheno a rilasciare immediatamente i sette membri della resistenza tenuti in ostaggio e garantire sicurezza a Liberty.
In questa sessione, presieduta dal Senatore Dirk Claes, presidente del Comitato Belga per la Libertà in Iran, oltre a Maryam Rajavi, hanno tenuto i loro discorsi: il Senatore Gérard Deprez, ministro dello stato; il Senatore Nele Lijnen, Capo della Commissione del Senato per la Parità dei Diritti; David Clarinval, Sindaco/MP; Els Demol, MP; Gerald Kindermans, MP e Questore del Parlamento Europeo; il Prof. Eric David, Capo del Centro di Diritto Internazionale alla U.L.B (Université Libre de Bruxelles); Pierre Galand, Capo dell'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT-Europe); Tahar Boumedra, ex-capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Baghdad e Paulo Casaca,ex-membro del Parlamento Europeo.
Nel suo discorso Maryam Rajavi ha fatto riferimento alla minaccia per la pace e la sicurezza mondiale rappresentata dal regime dei mullah, dicendo: “Questo regime ha messo in pericolo tutto il mondo con il suo programma sulle armi nucleari. Questo regime, con la sua condotta e il suo supporto al fondamentalismo, ha preso di mira le comunità musulmane di tutti i paesi europei, compreso il Belgio. Questo regime sta distruggendo completamente il Medio Oriente con la guerra e il terrorismo. In Iran, questo regime ha dichiarato guerra al popolo iraniano con le sue massicce violazioni dei diritti umani, come l'esecuzione di una media di 3 persone al giorno”.
Riferendosi al fatto che i mullah si sono arresi all'accordo di Ginevra sotto la pressione delle sanzioni e delle sue crisi interne e internazionali, Maryam Rajavi ha sottolineato: “Fino a che l'arricchimento dell'uranio non sarà stato completamente interrotto in Iran, i mullah avranno accettato il Protocollo Integrativo e fino a che non avranno implementato pienamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la chiave per fabbricare la bomba rimarrà nelle loro mani. Il pericolo di una bomba atomica esiste…. I mullah sono bugiardi e violano molto facilmente qualunque impegno…. I mullah contano su due elementi a questo riguardo: sul loro stesso inganno e sulla politica debole dell'Occidente, specialmente quella degli Stati Uniti. Questo è ciò che gli da' la possibilità di giocare con la bomba atomica”.

A nome di una resistenza che è stato il più importante informatore sul programma nucleare del regime e il principale elemento nel combatterlo, Maryam Rajavi ha sottolineato tre obbiettivi: “Costringere i mullah ad arrendersi a ispezioni a sorpresa, smantellare tutti i siti nucleari e neutralizzare tutte le riserve di uranio, evitando qualunque alleggerimento delle sanzioni internazionali nei confronti del regime iraniano fino a che questo non abbia accettato tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU”.
Maryam Rajavi, in un'altra parte del suo discorso ha sottolineato: “Per nascondere la sua debolezza interna, il regime iraniano ha intensificato la repressione e sta prima di tutto cercando di distruggere la principale opposizione e alternativa, in particolare quella a Camp Liberty”. Si è rivolta alla comunità internazionale, in particolare all'Unione Europea, al suo Alto Rappresentante e ai leaders dei paesi membri, dicendo di non rimanere in silenzio ma di far fronte invece ai loro doveri nei riguardi della più vergognosa repressione di dissidenti iraniani, di membri e sostenitori della resistenza in Iran e del loro massacro in Iraq. Il regime iraniano sta intensificando i suoi crimini all'interno del paese e all'estero, certo dell'atteggiamento morbido della comunità internazionale.
I parlamentari belgi, nel condannare il crimine contro l'umanità del 1° Settembre, si sono rivolti al governo belga e all'Unione Europea perché chiedano al governo iracheno di rilasciare i sette ostaggi di Ashraf e garantire sicurezza a Liberty. Oppure, di rivedere i loro rapporti economici e politici con questo paese.
Gli oratori hanno evidenziato che l'obbiettivo primario del viaggio di Maliki a Tehran è ottenere il sostegno di Tehran per un suo terzo mandato da primo ministro. E ciò mentre il popolo iracheno e le correnti politiche in Iraq, compresi alcuni degli alleati più stretti di Maliki, sono contrari ad una sua riconferma per un terzo mandato e la diffusa opposizione a Maliki all'interno del Congresso americano e presso l'opinione pubblica, ha reso più difficile al governo U.S.A., continuare a sostenere il tentativo di Maliki di ottenere un terzo mandato. Gli oratori hanno precisato che in realtà Maliki sta andando a Tehran per avere l'approvazione per un suo terzo mandato e far ricorso ad altre violenze e spargimenti di sangue in tutto l'Iraq.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
3 Dicembre 2013
Mahmoud Hakamian
Cell: 3776850726
www.ncr-iran.org/it

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