COM.IT.ES.

I problemi correlati alla rappresentatività dei Connazionali all’estero hanno dimostrato la necessità d’andare a modificare i contenuti della Legge 286/2003; istitutiva dei Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) che ha evidenziato, con gli anni, alcune insufficienze proprio sotto il profilo di un rapporto proficuo tra le nostre Comunità oltre frontiera e le correlate strutture Diplomatico/Consolari. Il tutto con l’obiettivo di ridare corpo alla nostra rappresentatività oltre confine. Il loro “rinnovo”, nel 2014, s’evidenzierà con la prova del voto “diretto” ( personale o telematico). In “pensione”, finalmente, il voto per posta. Lo prevede la Legge 118/2012, che ha convertito, con modifiche, il D.L. 30/05/2012 n. 67. La succitata normativa è Legge dello Stato (G.U. n. 176 del 30/07/2012). Tenuto conto che è passato più di un anno dal provvedimento normativo, senza nessuna presa di posizione ufficiale da parte degli Organismi rappresentativi interessati, sarebbe opportuno comprenderne i motivi; anche per trasferire alcuni poteri consultivi che, adesso, sono deputati al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) la cui struttura, già da tempo, ha rivelato lacune e limiti che potrebbero essere ovviati tramite il varo di un differente soggetto che abbiamo chiamato Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo (UPSIM), collocato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e non più presso il MAE, con poteri consultivi e propositivi obbligatori nei confronti del Potere Esecutivo e del Parlamento. Tornando ai Com.It.Es., siamo per un loro riscontro numerico anche per consentire maggiori relazioni dei problemi che interessano i Connazionali residenti in quella determinata area. Indi, dopo aver aggiornato, e semplificato, l’Anagrafe Consolare, l’elezione diretta dei Comitati dovrebbe essere garantita per ogni 1500 italiani residenti nei confini consolari di competenza. I presidenti dei Com.It.Es. dovrebbero essere i portavoce delle istanze della comunità che rappresentano. Quindi, prima di un coinvolgimento del C.G.I.E., i consolati dovrebbero essere aggiornati, periodicamente, sugli sviluppi dei problemi che interessano gli italiani residenti nel territorio di loro competenza. In definitiva, prima d’entrare nello specifico, I Com.It.Es. dovrebbero avere una sorta d’autonomia operativa, in seguito regolamentata dall’UPSIM( Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo), una volta che tale struttura occupasse il posto del CGIE.Tenuto conto della futura riforma della nostra legge elettorale, membri dei Com.It.Es. potrebbero far parte degli Uffici Elettorali per la gestione del voto politico e referendario dall’estero. Nello spirito di un cambiamento, che dovrebbe seguire anche la modifica del CGIE in UPSIM, sarebbe opportuno che i Presidenti dei Com.It.Es., ancora in carica, facessero sentire la loro “voce”, almeno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per i successivi seguiti di pertinenza. Per cambiare veramente, prima di tutto, è indispensabile essere propositivi. Giorgio Brignola

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