ORA O MAI PIU’

Da noi si vivono sentimenti contrastanti, e, spessi, tra loro incoerenti. L’Italia resta un Paese con gravi problemi socio/economici che, però, sono vissuti in modo assai atipico rispetto alla realtà europea che è, e rimane, un problema sostanziale comune. Nel Bel Paese, gli estremi si toccano e con effetti dirompenti. Mancano, in ultima analisi, quei concreti segnali di solidarietà che, per il passato, erano punti di forza del nostro vivere quotidiano. Per chiarezza: la solidarietà che intendiamo noi non è quella della mano tesa per gli eventi tragici che non sono nuovi nel Pese. Ci riferiamo a quella sorta di rapporto umano nel quale le necessità e le mancanze sono ridimensionate dalla volontà d’uscire dal buio; con la certezza, alla fine, di rinvenire la luce. Purtroppo, questo incatenarsi d’eventi si è andato a perdere nei rivoli dei camaleontismi che hanno interessato i politici di casa nostra. E’ la condivisione dei problemi che dovrebbe essere supportata. In pratica, non accade. Ci sono sempre troppe posizioni da individuare e poche iniziative di comune riscontro. Il concetto di “stare meglio” ha lasciato campo all’arte dell’arrangiarsi. In Italia, intanto, i problemi non sono sempre insormontabili. Eppure, questa sensazione è più comune di quanto si può credere. Lo stesso dramma della crisi economica, che sentiamo cronica, è rivisto sotto un’ottica che confonde la realtà con le impressioni del momento. Per inerzia, siamo andati avanti dilapidando le riserve ed ora la politica della formica non riescono più a trovare sistemazione in un apparato che sembra stato ideato per confondere quello che potrebbe essere ancora recuperato. Come abbiamo scritto in apertura, manca la solidarietà, la voglia d’aggregazione per ritrovare, con un impegno comune, la strada smarrita. Il Governo ha delle specifiche responsabilità; ma molto è dipeso dalla carenza di unaserie di segnali che avrebbero dovuto esserci e non ci sono stati. I rapporti politici non avranno pregio se disgiunti dalla volontà di ritrovarci tutti su una stessa sponda. La politica del “fare” ha senso solo se è accompagnata dalla volontà di riuscirci. Il tutto regolato da un sistema più elastico che la politica nazionale ha da ritrovare entro un tempo ragionevolmente breve. Se si dovesse continuare nel rigore, ma senza contropartita, sarà difficile, se non impossibile, uscire definitivamente da una crisi che era stata, da tempo, annunciata. Ora non ci rimane che rivedere alcune strategie di questo Esecutivo “terminale”. Il 2014 potrebbe essere l’anno degli effettivi mutamenti per il Paese. Sia a livello interno che internazionale. Non ci sono rimaste altre possibilità: o si ritrova lo spirito di ripresa o la crisi troverà nuovi spazi per rafforzare i suoi nefasti effetti. Ora, o mai più.

Giorgio Brignola

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