Un PD per l’Italia e per l’Europa
Il Partito democratico ha l'onere di pensare assieme l'oggi e il dopo. Il campo della sinistra in Europa è la nostra casa. Ripensare l’organizzazione del PD all’estero.
Dobbiamo cambiare tutto quel che va cambiato, ed è tanto. La crisi più grave del secolo chiude un ciclo intero della storia fondato su una redistribuzione gigantesca di ricchezza e redditi. Un ciclo che ha trasferito il motore della crescita dal lavoro alla rendita e alimentato, dentro i paesi ricchi, una diseguaglianza tanto profonda da risultare immorale.
In Italia una complicata stagione politica sembra essere alle nostre spalle. Prima le elezioni di febbraio, poi la formazione del governo in aprile e infine la crisi di fine settembre. È giusto sostenere il lavoro di Enrico Letta con lealtà e autonomia. Il PD ha l'onere di pensare assieme l'oggi e il dopo. Occorre però dare un senso alla stabilità sapendo che anch'essa non è mai un fine in sé.
Il dibattito nel Partito democratico
Ciò dipende anche dal Partito democratico e dalle condizioni che saprà dettare all’alleanza e al governo. Ecco perché il dibattito che si è aperto nel PD è estremamente importante per il nostro partito, per il centro sinistra, per l’Italia e per l’Europa. Dobbiamo riuscire ad indicare i temi della nostra agenda politica: contrastare l’impoverimento sociale e culturale (più giustizia e uguaglianza), rilanciare l’economia (più lavoro) e riformare le istituzioni (legge elettorale e costi della politica). Sono temi non più rinviabili. Per noi all’estero l’agenda è lì, già pronta: porre fine allo stillicidio dei servizi consolari e scolastici e riformare la fiscalità immobiliare (Imu) per porre sullo stesso piano gli italiani in patria e gli italiani all’estero.
Lo scenario internazionale, in continua evoluzione, richiede forti innovazioni e grandi riforme. Le sfide della globalizzazione impongono scelte precise e coraggiose, conciliando competizione, flessibilità e dinamismo con la salvaguardia di alti livelli di solidarietà e coesione sociale, di tutela dei diritti e della libertà dei cittadini, di qualità di vita.
La politica deve tornare in campo per rinnovare l’Italia e per ridare al Paese una classe dirigente degna di rappresentare l’Italia in Europa e nel Mondo. Occorre rilanciare il nostro impegno di donne e uomini a sostegno di una politica democratica e riformista che sappia richiamarsi alle esperienze del socialismo democratico europeo e che sappia affermare, senza tentennamenti o cedimenti, alcuni valori fondamentali, quali: la solidarietà sociale, l’uguaglianza, la tutela dei più vulnerabili e la libertà per tutti i cittadini.
Favorire la nascita dei comitati “Per Gianni Cuperlo Segretario”
Io credo sia nostro preciso dovere batterci per rimettere al centro una politica attiva a difesa dei diritti dei lavoratori, dei giovani, degli anziani e mirata alla tutela degli interessi della collettività italiana all’estero. Su tali obiettivi è indispensabile l’alleanza ed il dialogo con le forze riformiste, democratiche e socialiste di tutto il mondo, in particolare con l’Alleanza dei Socialisti Democratici, al Parlamento Europeo di Bruxelles e Strasburgo.
Io invito i democratici e le democratiche, le connazionali e i connazionali, ad impegnarsi per l’affermazione di Gianni Cuperlo alla Segreteria del Pd perché è il leader che può:
aprire il PD al protagonismo politico e sociale dei nostri giovani e delle nostre ragazze in Italia e in Europa;
mettere in atto nella politica del PD la difesa degli interessi della collettività italiana all’estero;
porre al centro del programma del PD una politica attiva a difesa dei diritti dei lavoratori e dei meno abbienti nel rispetto dei valori della sinistra democratica;
estendere nei partiti della sinistra europea la partecipazione dei cittadini migranti alla vita politica delle nazioni europee, comprese quelle non aderenti all’Unione europea;
riformare le istituzioni nazionali salvaguardando il principio della partecipazione attiva e passiva degli italiani all’estero.
Per queste ragioni bisogna favorire ovunque la nascita dei Comitati
“Per Gianni Cuperlo Segretario”.
In questo modo si esplicita la voglia di partecipare alla costruzione di una politica riformista con le tante potenzialità della comunità italiana in Europa e nel Mondo: le professionalità, le intelligenze, le esperienze umane e politiche di milioni di uomini e di donne che entrano in campo per dare un’alta e nuova moralità all’impegno politico, per il bene dei nostri figli, per l’avvenire dell’Unione europea e della nostra Patria.
L’iter congressuale è cominciato. Fra un mese e mezzo alla guida del Partito democratico ci sarà un nuovo segretario. Gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori del PD sono chiamati a scegliere il Segretario. Ecco, proprio per questo compito, vi invito a sostenere Gianni Cuperlo.
Lo ritengo più adatto per guidare il Partito democratico. Separare la guida del partito da quella dell’aspirante premier è la via che in questa fase suggeriscono l'esperienza e il buon senso.
Segretario e Premier sono compiti diversi
Sono compiti diversi che richiedono attitudini, ambizioni e profili umani e politici adatti. Guidare un partito richiede, secondo me, un impegno a tempo pieno, soprattutto in un PD che deve ancora svilupparsi, crescere e definire la propria identità. Il nuovo segretario dovrà lavorare al rinnovamento del Partito non inteso unicamente dal punto di vista anagrafico, ma organizzativo e strumentale, politico e culturale.
Bisogna voltare pagina e ricostruire uno spirito di comunità. Il PD deve dotarsi di organismi veri, in grado di discutere e decidere, composti da un'ampia rappresentanza eletta dai territori, senza doppi e tripli incarichi e prevedendo una rotazione nelle funzioni. Vanno garantite, inoltre, maggiori risorse ai livelli provinciali e regionali, cominciando dai circoli. Va rivista l’organizzazione del Partito democratico all’estero per favorire il maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni di italiani. A fianco dei Circoli dobbiamo pensare all’utilizzo della “Rete” e al ricorso delle forme di consultazioni aperte ai non iscritti.
Non mi convince una concezione plebiscitaria della politica, perché è il contrario di quel partito partecipato, democratico e rinnovato di cui c’è bisogno. Il nuovo segretario dovrà dare una missione al PD: diventare il protagonista della costruzione di un centro sinistra ampio, capace di conquistare il consenso sufficiente per guidare il Paese, dopo la parentesi dei governi di necessità e di servizio”.
“Bisogna crederci nel Partito democratico per il nuovo tempo” afferma Gianni Cuperlo, “perché all'Italia non basta qualche riforma”. Io aggiungo che l'Italia rinascerà se la politica cambierà. Noi, italiani in Europa, dobbiamo contribuire a fare affermare un’altra idea di futuro. “Se scegliamo l'Europa come la dimensione del nostro futuro – è l’argomento di Gianni Cuperlo che più convince – è in quello spazio che dobbiamo ripensare l'identità del PD e dei progressisti”. Le tragedie di immigrati nel Mediterraneo sono una vergogna per l’Europa. Per questo ci impegniamo alla costruzione di società libere e solidali, della convivenza e della fratellanza.
Questa è la sfida. Questi i temi da sviluppare
e portare avanti nel dibattito congressuale del Partito Democratico.
Sostieni anche tu Gianni Cuperlo Segretario del PD
nelle riunioni dei Circoli e nelle Primarie dell’8 dicembre 2013.
Sottoscrivi l'appello e invia la tua adesione all’indirizzo mail: info@giannifarina.eu
On. Gianni Farina,
Roma 22 ottobre 2013
BREVE BIOGRAFIA DI GIANNI CUPERLO
Gianni Cuperlo dice di se stesso: “Sono nato a Trieste. Mi sono laureato al Dams di Bologna con una tesi sulle comunicazioni di massa. L’incontro con la politica è stato abbastanza precoce. Un po’ come accadeva in quegli anni. Assemblee di liceo, manifestazioni, l’incontro con la Fgci. Anni dopo mi è capitato di dirigere l’organizzazione giovanile del Pci. Eravamo a cavallo dell’89 con quel che ne seguì. Da lì in avanti ho lavorato a lungo presso la direzione del Pds e, successivamente, dei Democratici di Sinistra. Dal 2001 al 2006 ho fatto parte della segreteria nazionale dei Ds dove mi sono occupato di comunicazione politica. Vivo a Roma dal 1987. Negli ultimi anni sono stato docente a contratto presso l’università di Teramo e ho tenuto corsi di Teoria e tecnica della comunicazione pubblica e di Comunicazione politica. Ho collaborato alla stesura di alcuni libri: “Un paese normale” e “La grande occasione” di Massimo D’Alema (Mondadori, 1996 e 1998), e ne ho scritto uno mio: “Par condicio. Storia e futuro della politica in televisione” (Donzelli, 2004). Alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile del 2006 sono stato candidato nella lista dell'Ulivo. Ho 52 anni. In estate ho fatto il giro delle feste del partito. Ho avuto davanti molta gente, ovviamente più del solito. Ho cercato di raccontare un cielo nuovo. In questa nuova stagione so che devo farmi ascoltare e capire”.
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