Le apparizioni rischiano di impoverire la fede

Non credo ai miracoli, alle statuine di gesso che piangono ma non camminano e non parlano e non si soffiano il nasino, non credo alle Madonne che deviano una pallottola indirizzata ad un papa e non deviano la pallottola destinata a colpire la testolina di un bambino, non credo ai miracoli di guarigione, non credo alle Madonne delle apparizioni, e sul blog “Come Gesù” del sacerdote Mauro Leonardi (lui mi ci ha invitato), mi prendono per una bestia rara, una bestiaccia rara, e qualcuno dalle incrollabili certezze si irrita pure. Così, quando mi capita d’incontrare qualche altra bestia rara, mi consolo un poco, ché aver compagno al duol scema la pena. Scrive Marco Vannini, a pag. 247 del libro “Inchiesta su Maria” (Rizzoli): “Tutti i gradi maestri spirituali hanno combattuto l’enfasi data ai fenomeni eccezionali come miracoli, apparizioni visioni… san Giovanni della Croce non si stanca di ripetere che il divino non si vede con gli occhi del corpo: Dio è spirito e si mostra solo come spirito allo spirito… «Quella suora» scrisse un giorno con una certa ironia «crede di parlare con Dio, ma in realtà sta parlando con se stessa». E a pag: 276: “Secondo me le apparizioni non aggiungono nulla alla fede, anzi, rischiano di impoverirla, perché Dio è spirito (Gv 4,24), e la fede è la conoscenza dello spirito nello spirito”. Insomma, sembra che solo sul blog “Come Gesù” io sia una bestiaccia rara.

Carmelo Dini

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