La deputata PD sulla presentazione a Berlino del saggio “Il cattivo tedesco e il bravo italiano”
“Rappresentare gli italiani come vittime della seconda guerra mondiale non corrisponde al vero. Prima e durante la seconda guerra mondiale l’Italia fascista commise gravi crimini di guerra nei paesi occupati. Il Paese finora si è confrontato a malapena con questa esperienza. Anche la politica, chiamata a discutere degli errori, e degli orrori, del passato il più delle volte tace o minimizza, alimentando lo stereotipo degli italiani sempre e solo 'brava gente'”. Lo ha affermato Laura Garavini, componente dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo PD alla Camera, in margine alla presentazione del libro di Filippo Focardi Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale (Laterza, 2013). Organizzata dal Circolo PD di Berlino, l’iniziativa è stata introdotta dal vicesegretario Dario Pasquini, storico, e dal professor Christian Jansen, dell’Università di Münster. All’incontro era presente anche l’autore del volume, docente di storia contemporanea all’Università di Padova.
“Lo stereotipo positivo degli 'italiani brava gente' si è nutrito di un cliché speculare: quello del tedesco inumano e spietato”, ha proseguito la Garavini, precisando: “I misfatti del fascismo sono così finiti nel dimenticatoio, rispetto a quelli del nazismo”.
“Anche se lo sterminio razzista messo in atto dal nazismo non è paragonabile ai crimini di guerra del fascismo”, ha aggiunto Dario Pasquini, “tuttavia, la storia ci dice che gli italiani in Africa hanno provocato migliaia di morti con le armi chimiche, che nei Balcani hanno giustiziato numerosi civili per ogni soldato italiano ucciso e che le forze della RSI spesso hanno collaborato con zelo alla deportazione degli ebrei nei campi tedeschi. Tutto questo ci racconta un fascismo ben diverso da quel regime all’acqua di rose cui tanti amano ancora credere”.
“Con il suo nuovo libro Focardi ha prodotto un'opera molto stimolante”, ha concluso la deputata PD, “Mi auguro che contribuisca a suscitare su questo tema un sincero dibattito all'interno dell’opinione pubblica italiana”.