Il Governo Letta, varando il decreto legge contenente alcune misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, ha segnato certamente un punto all’attivo del suo operato. Si tratta di una chiara e concreta traduzione della sua connotazione di “Governo del fare”, come Letta ama definirlo, e, nello stesso tempo, di un esempio lampante di quanto sciagurata possa essere una sua eventuale caduta, come si sente ripetere in questi giorni, per ragioni che non hanno nulla a che vedere con gli interessi del Paese.
Il provvedimento, che deve essere convertito in legge dalle Camere, stanzia fondi aggiuntivi per il diritto allo studio, per sollevare le famiglie dal peso dei libri di testo, per la lotta alla dispersione scolastica, per l’orientamento degli studenti, per il potenziamento dell’offerta formativa, per la tutela della salute a scuola, per i docenti di sostegno, per l’edilizia scolastica, per la formazione dei docenti, per la qualità della ricerca scientifica e altro ancora.
La cosa ancor più significativa è che si dà un segnale di discontinuità rispetto ad una politica di gestione della crisi economica fatta prevalentemente di tagli e contenimento della spesa, mettendo in campo incentivi e impulsi alla ripresa e all’occupazione, a partire dalla formazione, dalla qualificazione professionale e dalla ricerca.
Ci sembra doveroso sottolineare la positività di una tale impostazione, ma nello stesso tempo non ci sentiamo di tacere una lacuna che a noi appare di rilievo, una lacuna che ancora una volta riguarda gli italiani all’estero e la proiezione dell’Italia nella sfera globale. Anche se il decreto è finalizzato a invertire la rotta delle politiche seguite negli ultimi anni verso il sistema scolastico italiano, sarebbe stato opportuno aggiungere alle scelte adottate una più attenta considerazione sul ruolo che la promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo può avere ai fini della ripresa e del rafforzamento della presenza dell’Italia in ambito internazionale.
Si tratta di una richiesta che faremo nel corso dell’iter parlamentare di conversione in legge del decreto e che già rinnoviamo con forza in questa fase di preparazione della prossima legge di stabilità, che a nostro parere non potrà trattare in modo ordinario e scontato quella che è una scelta strategica per migliorare la presenza dell’Italia nel mondo.
Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta