“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. All’’articolo 11, dopo la sculacciata ad Enrico Letta da parte degli Usa, e la sua conseguente dichiarazione (partecipare alla guerra solo con l’Onu), andrebbe aggiunto: “Tranne nel caso in cui l’Onu decida diversamente”. Ma perché la chiamano guerra? Sarebbe come chiamare duello lo scontro tra un uomo armato di mitragliatrice e uno armato di coltello. Sarebbe guerra se la Siria avesse la possibilità di bombardare le città americane, ma in tal caso Barak Obama abbasserebbe la cresta e smetterebbe di fare il Dio punitore dell’Antico Testamento. Ho ancora nella mente il suono delle sirene che annunciavano l’arrivo dei bombardieri al tempo dell’ultima guerra mondiale. Gli americani non l’hanno mai sentito quel suono. Per questo giocano alla guerra. E alle porte di casa nostra. E senza chiederci il permesso.
Attilio Doni