Virzì ed altri thriller

Un thriller, genere nuovo per un regista che ci ha abiuto ad eccellenti commedie che, con personaggi ben tratteggiati, raccontano l’Italia di oggi.
Da un intervista su Rai Movie, due sere fa, sappiomo che “Il capitale umano”, ultima fatica di Virzì, girato in esterni nella “città-giardino” di Varese (in cui non si girava dai tempi dio Silva Koscina), è in fase di montaggio e racconterà di un uomo con un matrimonio fallito alle spalle e una attività che non decolla, ma che ha un buon rapporto con la figlia e la protezioone di un amico finanziere che gli offre una possibilità di riscatto.
Ciò che lui ignora, però, è che il finanziere ha gli stessi suoi problemi: una moglie delusa un figlio alcolizzato e un imminente bancarotta.
Accade poi che i figli dei due siano accusati di omicidio e le cose precipitano, tragicamente.
Tratto da un romanzo di Stephen Amidon, pubblicato nel 2006, il tema centrale è l’impossibilità di investire sul capitale umano quando si investe su un capitale finanziario, come dire che economia e umanità sono agli antipodi ottici della vita, estrimi di una linea destinati a non toccarsi mai.
Sarà interessante vedere in che modo (forse per questo si è scelta Vasrese), Virzì ha trasportato sullo schermo l’idea di città descritta con precise architetture dal quarantasettenne scrittore e sceneggiatore Amidon, che immagina la vicenda entro una città utopica, chiamata Newton, che è la realizzazione di un sogno di un di un vecchio architetto, come “disegno” di un mondo perfettoche sia l’alternativa alle tensioni sociali e razziali delle grandi metropoli. Una città dove non esistono ghetti, dove bianchi e neri, nativi e immigrati, coloni e post-coloni, ricchi e poveri vivono insieme, senza frontiere, senza spartiacque, in una democrazia che non conosce il veleno degli scontri ideologici e religiosi, dove la libertà è la firma sotto la carta di tutte le carte, quella che definisce il confine dei diritti e dei doveri. E’ una città dove tutti gli uomini nascono liberi, dove non c’è bisogno di polizia perché lo Stato è una comunità di individui che si riconosce nei valori universali dell’uomo. E’ un luogo dove non ti devi chiedere cosa può fare l’America per te, ma cosa tu puoi fare per l’America. E’ un congresso di bravi cittadini. Insomma, è un’utopia. La stessa, forse, che nell’euforia dell’indipendenza, in quella festa di bandiere e tacchini che è il 4 luglio, avevano i padri fondatori: i Washington, i Franklin, i Jefferson, i Madison, i Paine. E’ l’America dei 10 emendamenti. Newton è un sogno, ma ben presto diventa un affare. Come nella realtà i sogni cadono nella legge del sospetti e degli interssi economici e speculativi, con la paura che frega tutti, con i bianchi che non si fidano dei neri, i ricchi dei poveri, i vecchi dei nuovi.
Gli stessi sogni non si fidano dei propri sogni e così sognano incubi che ingoiano vecchi sogni e generano nuovi incubi. L’utopia s’infrange contro un muro di confine, quello che deve tenere fuori dal quartiere modello le scorribande degli altri, gli indesiderati.
Il film, lavorato per nove settimane a partire dallo scorso febbraio, è l’11° di Virzì (oggi anche Presidente del Cinefestival di Torino) e vede fra gli interpreti Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino e Fabrizio Bentivoglio, coprodotto da RaiCinema e dalla società francese Manny Films.
Altri due thriller, ma “stranieri”, sono attesi per fine-stagione: “The Ardor” di Pablo Fendrik (rivelatosi alla Settimana della Critica cannense 2008 con L”a sangra brota”), con Gael Garcia Bernal e Alice Braga protagonisti, già molto appludito all’American Film Market, da Argentina, Brasile, Messico e Francia, che racconta di una terribile caccia nel cuore della giungla e “L’étrange couleur des larmes de ton corps” (The Strange Color of your Body’s Tears ) del duo Hélène Cattet – Bruno Forzani (cineasti francesi residenti a Bruxelles), coproduzione franco-belgo-lussemburghese attualmente in post-produzione, thriller scatenato dalla scomparsa di una donna, con il marito viene proiettato in un mondo di incubo e violenza.

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