Il confronto parlamentare sui temi degli italiani all’estero si riduce nelle occasioni e nei tempi. Al Vice Ministro Archi avremmo voluto segnalare alcune questioni importanti, anche con toni critici ma sempre costruttivi. I tempi dell’audizione in seno al Comitato per gli italiani nel mondo della Commissione affari esteri della Camera, non hanno consentito un vero confronto – ha dichiarato l’On. Marco Fedi.
Avremmo voluto rilevare che l'eccessiva frammentazione delle responsabilità in un Ministero come gli Esteri, già diviso tra centri di spesa e Direzioni generali, complica le sinergie che sarebbe opportuno realizzare. Lo spacchettamento delle deleghe, con l’attribuzione della responsabilità della rete consolare ad un altro esponente di governo e quella della rete degli istituti di cultura e delle scuole italiane all’estero ad un altro ancora, ostacola la necessaria azione di coordinamento.
Ecco, se in questa fase di larghe intese si ponessero le condizioni per una serie di riforme riguardanti la scuola e la cultura, la tutela sociale, la rappresentanza, la rete consolare e i servizi per i cittadini, si riuscirebbe, anche all'estero, a dare il senso dell’utilit à di un’alleanza tra oppositori del passato.
Nella relazione del Vice Ministro Archi non si parla mai di coordinamento né di azione riformatrice. Ed è paradossale che si parli di mantenimento della Circoscrizione estero e del voto per corrispondenza quando il Ministero degli Affari Esteri lavora ad un progetto di voto elettronico e il Ministero dell’Interno, in più di un’occasione, si è pronunciato contro il voto per corrispondenza.
La spending review è stata ampiamente disattesa. Siamo oggi in una situazione in cui la Farnesina non riesce a garantire la propria rete diplomatico-consolare nel mondo. Questo significa non assicurare servizi alle imprese e non garantire servizi ai cittadini italiani, non solo a chi vive stabilmente all’estero da molti anni ma anche a quelli che, più di recente, si muovono nella dimensione globale.
Non possiamo poi tralasciare la promozione e la diffusione della nostra lingua e cultura nel mondo. Da troppi anni questo settore attende una seria riforma. Il CGIE, con un suo documento di proposta, ha delineato alcune coordinate di riforma. Analogamente, il tema dell'informazione radiotelevisiva e stampata richiede un impegno del Governo sui nuovi criteri da adottare per la concessione dei contributi e un'azione propositiva per dare nuova energia a Rai Italia.
Per il museo dell’emigrazione puntiamo a un progetto più ambizioso. Una rete museale delle migrazioni, un centro di cultura per la storia comune dei popoli migranti, di cui l’emigrazione italiana nel mondo sia parte essenziale ma non esclusiva. Non credo sia utile relegare la storia dell’emigrazione in un museo che ne conservi, unicamente e in forma statica, la memoria storica.
La proiezione del nostro Paese nel mondo, infine, ha bisogno di una strategia complessiva che deve essere resa più chiara e più sinergica anche per quanto riguarda l’azione delle strutture che agiscono in questo campo, come le Camere di Commercio, l’ICE e i vari altri sportelli. Intere aree del pianeta, a partire dall'Asia-Pacifico, continuano a essere sottovalutate come aree di sviluppo e di crescita nell'interscambio economico e negli investimenti.
Siamo convinti, infine, della necessità di realizzare atti concreti che diano agli italiani nel mondo il senso di un cambiamento di passo nell’azione di governo.
(In allegato lettera a Vice Ministro Archi)
On. Marco FEDI
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